Avis provinciale Pordenone: Il dono del sangue diminuisce

Per il momento Pordenone è autosufficiente ma il dono del sangue è in calo

L’estate è anche un periodo di vacanze. Numerose sono le persone che si muovono verso il mare, verso i monti o i laghi. Le vacanze sono anche l’occasione per visitare territori e paesi non solo europei. Tra questi non mancano i luoghi ricchi di storia, quelli dove la natura è ancora intatta o quelli esotici.In un periodo in cui tante persone vanno, altre arrivano o ritornano, ci siamo chiesti quale è lo stato inerente al dono del sangue nel Friuli Occidentale. Per conoscere la situazione abbiamo sentito Alessio Buodo, il presidente dell’Avis dell’area dell’ex provincia di Pordenone.Durante le ferie, ci racconta il presidente Buodo, le donazioni diminuiscono.Tra i motivi, uno è collegato ai viaggi che portano in aree del mondo dove sono presenti, per esempio, delle malattie infettive. Al ritorno da tali aree, prima di poter riprendere con le donazioni, è necessario aspettare dai tre ai sei mesi. A questi viaggiatori donatori, si suggerisce di anticipare la donazione a prima della partenza. A fronte di ciò, non diminuiscono le persone che hanno bisogno di sangue o di suoi derivati, cui garantire in ogni caso la copertura.PRONTO AVIS. A farlo è il centro “Pronto Avis”, che controlla le scorte di sangue degli ospedali per quantità e per gruppo sanguigno. Da rilevare che le donazioni, dai centri trasfusionali, sono tutte inviate al Centro Unico Regionale di Produzione di Emocomponenti di Palmanova che dipende dalla Sanità regionale del FVG, dove sono analizzate e validate, poi rimandate all’ospedale di provenienza. Le donazioni sono fatte a chiamata o su iniziativa degli stessi donatori.LA RIPRESA DOPO IL CALO. A questo punto, il presidente Buodo osserva che, in Friuli Venezia Giulia, il sistema a chiamata “Pronto Avis” funziona bene. Per la fase di avvio di questo metodo, viste le esperienze fatte in altre regioni, che inizialmente constatavano un calo di donazioni, c’era qualche preoccupazione.I donatori della nostra area vasta (ex provincia di Pordenone), prosegue Alessio Buodo, hanno capito le esigenze che hanno portato alla nuova organizzazione. Infatti, le donazioni da quattro anni (dall’introduzione del sistema a chiamata) sono aumentate. PERMESSI. Un tema che rimane da affrontare è quello dei permessi di lavoro, il donatore però, quando può va a donare. La disponibilità dei donatori e l’organizzazione porta all’autosufficienza Regionale e contribuisce a quella Nazionale. Nell’area dell’ex provincia di Pordenone, le donazioni sono tali da consentire di mettere a disposizione di altre aree d’Italia il 18/20 per cento del sangue raccolto. Per quanto riguarda quest’anno, rileva che la tendenza delle donazioni è positiva. Infatti, si osserva un aumento dello 05%; questo ci consente, conclude Alessio Buodo, di garantire ancora l’autosufficienza del FVG e concorrere a quella della Nazione.A contribuire a questo importante risultato è la sensibilità dei donatori, dei volontari delle sezioni avisine, che con dedizione e capacità promuovono la donazione, incominciando dalle scuole, organizzando e partecipando a manifestazioni. Ma l’Avis promuove anche eventi che fanno sentire sempre attiva e unita la grande famiglia avisina.Lorenzo Ferman