Intervista a Sergio Bolzonello

La soddisfazione da "Rilanciampresa", l'amarezza di una riforma della sanità "non capita, ma il tempo è gentiluomo"

C’è una soddisfazione che può dirsi figlia del 29 aprile?Chiaramente perdere non fa mai piacere, ma essere riuscito a fare una campagna elettorale sui contenuti e non sugli slogan è sicuramente motivo di soddisfazione personale visto che era la prima condizione che mi ero posto.E invece la delusione, o il risultato, che cosa le ha insegnato?Il risultato di queste elezioni ci racconta di un voto basato su logiche nazionali e non su valutazioni regionali. Per quanto mi riguarda rimane la soddisfazione per i cinque anni di lavoro svolti con serietà e dedizione e la consapevolezza di lasciare una Regione con i conti in ordine e con l’economia finalmente in crescita. La scelta o l’iniziativa che le ha dato più soddisfazione come vicepresidente della Regione?Sicuramente aver scritto “Rilancimpresa” è per me motivo di orgoglio e soddisfazione, anche perché è stata portata ad esempio anche a livello nazionale, una norma che anche in campagna elettorale nessuno ha messo in discussione. Viviamo in un periodo storico in cui le cose positive vengono tenute nascoste per puntare tutto su polemiche e accuse. La realtà è che abbiamo rimesso in moto l’occupazione e dietro al lavoro c’è la tenuta sociale di una comunità e per questo penso che “Rilancimpresa” è stato l’intervento principale.E quella che, invece, le è risultata più difficile, o che è rimasta incompresa e se ne dispiace?La riforma che secondo me non è stata ancora capita è quella della sanità ed il tempo sarà galantuomo sulla bontà visto che basteranno alcuni ritocchi.Quale, secondo lei, sarà la riforma più dura da attuare per Fedriga?Fedriga ha la fortuna di ereditare una Regione dove il “lavoro sporco”, inteso come riforme che non creano consensi, è stato già fatto. Penso che analizzata bene la situazione non avrà interventi strutturali da fare, ma dovrà limitarsi a porre dei correttivi. Sulla sanità – ad esempio – in queste settimane non l’ho mai sentito parlare di impianto da azzerare.La questione Cciaa di Pordenone può aver inciso nel risultato delle elezioni?Non penso proprio. Sulle Province e sulle Camere di Commercio sono girate tante bufale e non penso che il risultato delle urne derivi da questi due temi. Io rimango sulla tesi dell’unica Camera di Commercio regionale, vedremo ora se il centrodestra e la Lega riusciranno ad attuarlo. Sulla Provincia, infine, sono curioso di vedere il centrodestra che in consiglio ha votato la soppressione insieme a noi cosa farà ora che deve governare.In politica oggi le cose sembrano cambiare in fretta. Stare all’opposizione servirà anche per ripresentarsi alle prossime regionali?Il centrosinistra ed il mondo del civismo dovranno fare una profonda analisi di questa sconfitta. Non possiamo partire pensando a chi si candiderà tra cinque anni, dobbiamo porre le basi per un progetto che parta da una visione. Per quanto banale non penso che il nome sia la priorità, ma vadano davvero individuati i contenuti da proporre ai cittadini del Friuli Venezia Giulia. Oggi sono all’opposizione e sarà un ruolo che ricoprirò con serietà ed impegno alternando alla funzione di controllo anche quella di proposta.O la tenta di più rifare il sindaco a Pordenone? E ne ha mai avuto nostalgia?Fare il sindaco di Pordenone è stato importante ed arricchente, ma è una questione che ormai riguarda il mio passato. La politica deve anche saper rinnovarsi e i politici devono anche capire quando smettere per dedicarsi ad altro.