A4: Per metà 2026 pronti i 10 cavalcavia Da fine 2025 l’inizio lavori di allargamento

Dei 95 km tra Quarto d’Altino e Villesse, ne sono stati realizzati due terzi. Mancano i 24 km "maledetti". A fine inverno si attende l’apertura dei 3,5 del Nodo Portogruaro

n’opera di cui si sente sempre più l’urgenza, perché la terza corsia in A4 effettivamente salva vite. A oltre un anno – era il novembre del 2022 – dall’accorato appello dei Vescovi del Triveneto e del Patriarca di Venezia nonché dalla discesa a Roma dei sindaci del Veneto Orientale – era il dicembre del 2022, e fu ipotizzato anche l’arrivo a Portogruaro del Ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini – per accelerare i tempi di realizzazione della Terza Corsia su tutto il tratto veneto dell’A4, è tempo di un aggiornamento. Se il lato “friulano” di A4 è quasi completato (il tratto Palmanova-Portogruaro era stato ritenuto prioritario in quanto privo di alternativa autostradale rispetto al tratto San Donà di Piave-Portogruaro, se si considera come alternativa il bypass della A27 Venezia-Belluno e della A28 Conegliano-Portogruaro) ci si concentra ora sull’ultimo lotto, quello compreso tra i caselli (che verranno rifatti) di San Donà e Portogruaro.

Cosa è accaduto in 12 mesiLa cosa più importante è stato il subentro della nuova società autostradale: non più Autovie Venete, bensì Società Autostrade Alto Adriatico. Passaggio che non è stato affatto semplice perché ha comportato la migrazione dei mutui nonché della concessione autostradale, ma anche la liquidazione dei soci (prima era mista pubblico-privato, ora solo pubblica in gran parte di proprietà della Regione Fvg). E sulla strada? Partendo dal dato del netto decremento degli incidenti soprattutto mortali (nonostante i tragici bollettini delle ultime settimane), si evince come la terza corsia sia necessaria per diminuire il numero di vittime. In quest’ultimo anno sono stati aperti 5 chilometri di Terza Corsia (da Alvisopoli fino a oltre Fratta), mancano però quei 3,5 chilometri fino al nodo di Portogruaro, la cui apertura prevista inizialmente per l’estate (come annunciato a gennaio 2023 dal Commissario per la Terza Corsia) poi per l’autunno, è slittata di un ulteriore quadrimestre. Sono i chilometri più delicati in quanto la quota altimetrica per assicurare i franchi idraulici è superiore anche di quattro metri rispetto all’attuale sede stradale, significa che la sede autostradale va alzata di ben 4 metri. Una volta arrivati a Portogruaro mancheranno i soprannominati “maledetti” 24 chilometri compresi tra Portogruaro e San Donà di Piave.

I chilometri di Terza CorsiaI 24 mancanti km sono l’ultimo lotto – tolti i 10 km tra Palmanova e Villesse ancora da progettare – dei totali 95 chilometri di Terza Corsia compresi tra Quarto d’Altino e Villesse, di cui oltre una sessantina completati (due terzi); 40 km sono stati aperti al traffico negli ultimi tre anni, nonostante un cambio dell’assetto societario e le oggettive difficoltà dell’ultimo triennio, tra pandemia, rallentamento dei cantieri, costi energetici, innalzamento dei prezzi a ogni livello e grado. A non essersi fermate marciando senza sosta sono state le procedure di progettazione e di affidamento delle gare. Ed è qui che si guarda con una certa apprensione perché dare tempi certi è difficile.Oltre all’apertura, come detto, dei 5 chilometri e in attesa dei successivi 3,5, intanto sono state assegnate due gare: la prima riguarda la realizzazione dei 10 cavalcavia tra San Donà e Portogruaro propedeutici proprio alla terza corsia. I lavori (per un quadro economico complessivo di 83 milioni di euro) andranno completati entro 900 giorni (indicativamente per metà 2026), nel frattempo si sta procedendo con gli espropri. I cavalcavia sono opere essenziali per l’effettivo (e successivo) allargamento autostradale quando si troveranno i manufatti pronti da collegare. Mentre si lavora ai cavalcavia, la società autostradale conta di redigere e ottenere tutte le autorizzazioni per bandire e affidare l’appalto appunto per l’allargamento, i cui lavori dovrebbero partire a fine 2025. A causa dell’incremento del costo dei materiali solo per il tratto tra San Donà-Portogruaro la stima della spesa è oggi salita a circa 800 milioni, a cui devono necessariamente aggiungersi gli ulteriori investimenti per realizzare il nuovo casello di San Stino di Livenza. Le stime definitive sono ancora in fase di assestamento. E proprio San Stino è uno dei grandi temi: il casello andrà spostato e rifatto, intanto si è ottenuta la Valutazione di Impatto Ambientale (passaggio tutt’altro che scontato vista la delicatezza “idraulica” del sito).Nel frattempo a settembre scorso sono stati assegnati i lavori (un anno di tempo) relativi alla seconda gara a cui si accennava: si tratta del cantiere per il rifacimento delle due aree di sosta per mezzi pesanti, Fratta Nord e Fratta Sud (20 milioni di euro il quadro economico). L’area di servizio sarà rivoluzionata e molto ampliata, l’avvio lavori è previsto per la primavera. Si attende ora l’ok anche per il progetto esecutivo del nuovo casello di Portogruaro, con tre porte aggiuntive. Luce verde invece per il casello di San Donà (particolarmente sollecitato per la vicinanza al centro commerciale e a Jesolo), dove sono partiti i lavori (allargamento a 11 piste, 2 in entrata e 8 in uscita più 1 reversibile, e un anno di realizzazione).

Il futuroIl primo step saranno i dieci cavalcavia, nel frattempo la progettazione con la gara e l’affidamento appalto e poi i lavori. Tutto questo consapevoli che il costante incremento di costi e dei prezzi imporrà di rivedere il piano economico finanziario redatto nel 2021. Ricordando anche che la società autostradale ha deliberato di non ritoccare le tariffe dei pedaggi, che dunque sono ferme dal 2018 e che valgono per tutte le tratte di competenza (A4 Venezia – Trieste, A28 Portogruaro -Conegliano, A23 Udine Sud – Palmanova e A34 Villesse – Gorizia). In ogni caso, occorrerà prima arrivare alle due tappe del 2025 (partenza lavori allargamento) e del 2026 (fine lavori dei 10 cavalcavia).Valentina Silvestrini