Il ritorno alla vita dopo un così grande dolore

Umane storie di  resurrezione: la testimonianza

 

Il nemico subdolo del nostro tempo era entrato nella vita di Maria nel mese di novembre, probabilmente nel contesto di una prestazione ospedaliera.

Pochi giorni dopo lei e il marito avevano manifestato i primi sintomi del contagio con uno stato febbrile e una condizione di insolito sopore.

Il medico di famiglia, molto vicino e partecipe, aveva provveduto sollecitamente alla pratica del tampone che aveva evidenziato la presenza del virus.

Per il marito, date le sue precarie condizioni di salute, era stato necessario il ricovero in ospedale. “Da quel momento- ci racconta Maria –  sono cessati totalmente i contatti con lui. Mi sono resa conto improvvisamente, con uno sconfinato dolore, che non lo avrei più rivisto, che non sarebbe più tornato”.

Ogni giorno un operatore del reparto ospedaliero di degenza le comunicava le ultime notizie in merito all’evoluzione della malattia del suo caro, ma neppure dopo la morte era stato possibile rivederlo: “Le mie insistenti richieste di andare a fargli una brevissima visita, sia pur a distanza, dal corridoio, erano ovviamente cadute nel rifiuto. Non l’ho potuto salutare nemmeno ’dopo’: è stato questo il dolore più devastante”.

Maria ricorda ancora con riconoscenza il caldo abbraccio di partecipazione e vicinanza da parte dei figli e di tante persone che l’hanno sostenuta con confortante affetto nel suo lutto. Il tampone era diventato negativo, per cui le espressioni di amicizia potevano essere manifestate anche in presenza.

Poi è arrivata la richiesta di collaborare come volontaria per la gestione di alcune pratiche presso la Scuola dell’Infanzia: è stato questo per lei un momento provvidenziale di ripresa della vita, di ritorno alla realtà oltre la barriera del suo dolore.

“Ora – racconta Maria con sguardo nuovo, consapevole eppure serena – io penso continuamente a mio marito e lo sento sempre vicino, ma con un desiderio profondo di ritorno per me alla vita e alle sue chiamate. Ho ripreso la mia attività di amministratore di sostegno: un impegno molto coinvolgente che mi consente di uscire da me stessa per assumere le difficoltà e le sofferenze di persone fragili che continuo a seguire con dedizione. Anche la presenza amorevole dei figli e dei nipoti svolge un ruolo determinante nella mia ripresa: tutto mi aiuta a ritrovare il mio ritmo di ’prima’ con rinnovato coraggio e ad avere fiducia nella vita. Anche la mia mamma molto anziana mi sostiene e mi aiuta e recuperare la normalità”.

Ora Maria continua a sperimentare come una crescente conquista un atteggiamento positivo anche nei confronti della fede: “Nel momento del dolore mi pareva perfino di essere abbandonata da Dio. Poi tanti piccoli segnali me l’hanno fatto ritrovare nella sua bontà e nella sua Provvidenza. Sto recuperando gradualmente la forza di vivere con rinnovate energie da dedicare agli altri. Ora posso dire che sto riuscendo ad accettare la verità della vita e che, come ho già affermato, sto ritornando agli impegni sociali prendendomi cura dei problemi e delle difficoltà di persone molto provate e bisognose di attenzioni e vicinanza.