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Dad: la stanchezza di alunni e docenti
Nei mesi scorsi la fatica della dad (didattica a distanza) si è fatta via via più pesante, fino a diventare in molte situazioni quasi insostenibile. Nei giorni scorsi abbiamo colto una diffusa e notevole stanchezza e preoccupazione nelle testimonianze dei dirigenti di alcuni Istituti scolastici e di studenti di vari indirizzi delle superiori.
Mentre molte aule scolastiche si aprono ogni giorno per i più piccoli, a partire dai mini delle sezioni Primavera e via via fino ai ragazzi delle medie, da mesi sono chiuse per gli studenti delle superiori. In questi giorni le riaperture anche per questi ultimi si stanno attuando in varie regioni italiane a macchia di leopardo (non Veneto e Friuli), e non per la totalità dell’orario (dal 50 al 75 per cento).Nei mesi scorsi la fatica della dad (didattica a distanza) si è fatta via via più pesante, fino a diventare in molte situazioni quasi insostenibile. Nei giorni scorsi abbiamo colto una diffusa e notevole stanchezza e preoccupazione nelle testimonianze dei dirigenti di alcuni Istituti scolastici e di studenti di vari indirizzi delle superiori.Il vicepreside del liceo Grigoletti, Walter Manzon, ci spiega che “non è facile continuare a sostenere la scuola a distanza dato il pesante e diffuso logorio di studenti e insegnanti. Nella prima ondata abbiamo vissuto la nuova modalità di fare scuola come emergenza, poi è stato molto più difficile attuarla come un fatto di quasi normalità. Gli insegnanti non parlano ai ragazzi ma a un monitor. In classe possono cogliere dal vivo le difficoltà o incertezza degli studenti, ma a distanza? Manca tutto il non verbale che è fondamentale. Sappiamo che incontrano le difficoltà maggiori i ragazzi solitamente taciturni in classe (che nell’attuale situazione diventano muti). Siamo molto preoccupati per loro. Il nostro indirizzo non prevede l’attivazione di laboratori, pertanto non vediamo mai i nostri studenti. Si può immaginare il deserto della nostra scuola che in tempi normali è frequentata da circa 1.600 allievi. Non c’è neppure la difficoltà di connessione o di problemi di rete per far rientrare in aula alcuni studenti. Si corre il rischio di favorire l’abbandono della scuola. Un po’ alla volta subentra la demoralizzazione da parte dei più deboli. E’ un pericolo che sta aumentando. Molti genitori ci chiamano ripetutamente perché sono molto preoccupati quando i figli si allontanano progressivamente dal mondo scolastico. L’insegnamento in presenza è assolutamente vitale e insostituibile per non perdere alcuni dei nostri ragazzi”.La dirigente dell’Istituto Tagliamento di Spilimbergo, Lucia D’Andrea, osserva che “la dad è insieme indispensabile e faticosa. E’ vero che ha sviluppato e perfezionato alcune abilità tecnologiche, ma resta il fatto che la scuola è un luogo collettivo di relazioni e di incontri. Si va avanti con i collegamenti per necessità, ma non è questa la scuola. Per fortuna noi abbiamo i laboratori, per cui i ragazzi frequentano a turno un giorno a settimana, mentre i portatori di disabilità sono sempre presenti, ma mancano le relazioni. Per alcuni si profila sicuramente il rischio dell’abbandono e della dispersione scolastica, pertanto abbiamo messo a disposizione degli allievi e delle famiglie una psicologa che possa sostenere chi è in difficoltà, in particolare i ragazzi che si stanno ’allontanando’: questi per primi avrebbero bisogno di sostegno in classe. Una scuola vuota, senza insegnanti e senza allievi, non è più tale. Questa scuola non piace ai docenti e neppure ai ragazzi. I docenti lavorano moltissimo per produrre poco. Tutti desiderano rientrare in aula. Noi siamo attrezzati per adottare tutti gli accorgimenti antivirus”.In merito alla situazione dell’Istituto tecnico professionale Sarpi di San Vito, il dirigente Vincenzo Tinaglia ci spiega: “Seguendo le ordinanze di Fedriga, noi abbiamo allestito in presenza, per gruppi, i laboratori, importante momento di inclusione. Ci sono poi gli allievi con bisogni speciali (circa il 10 per cento) con situazioni anche gravi. C’è sempre un docente a disposizione di questi ragazzi, tuttavia, con il consenso delle famiglie, abbiamo invitato altri studenti (non si supera mai la decina per ogni gruppo) perché possano creare un clima di maggiore socializzazione per una frequenza di tre, quattro giorni alla settimana. Ci sono poi i ragazzi di primo arrivo dall’estero che hanno bisogno di essere seguiti individualmente. Particolarmente per loro è stato allestito un nuovo laboratorio linguistico che sarà utile anche per le lingue straniere. Ci sono insegnanti che seguono la duplice modalità in presenza e con la dad. Abbiamo sempre la possibilità di far sentire meno soli i ragazzi con problemi. La prospettiva della dispersione è pesante. I ragazzi arrivati dalle medie sono molto meno preparati rispetto agli anni scorsi. Per loro abbiamo imbastito corsi di recupero e tuttavia permane il problema della loro difficoltà a inserirsi proficuamente. La dad complica le situazioni problematiche” (FS).