Speciali
Positiva a marzo ma asintomatica: l’ansia di aver trasmesso il virus
Maria Tolasi, oss all'ospedale di Portogruaro
In medicina, si considera asintomatico un paziente portatore di una malattia o di un’infezione, che non presenta segni solitamente associati a tali condizioni. Il termine “asintomatico” significa infatti letteralmente “assenza di sintomi”.
È proprio questa la situazione in cui si è trovata Maria Tolasi, operatrice socio sanitaria presso il reparto di medicina uomini all’ospedale S. Tommaso dei Battuti di Portogruaro, appena scoppiata la pandemia.
“Al primo controllo con tampone naso-faringeo effettuato sul posto di lavoro, già a fine marzo, sono risultata positiva al Coronavirus. Purtroppo – spiega Maria – inizialmente a Portogruaro non c’era la strumentazione per effettuare l’analisi, per cui i test venivano inviati a Padova. Il mio risultato è arrivato molti giorni dopo, durante i quali, non manifestando sintomi e sospettando nulla, ho continuato la mia vita normale”.
Giunto l’esito positivo all’infezione, Maria viene messa in isolamento per dieci giorni, e con lei tutta la sua famiglia. Al termine del periodo, e dopo due riscontri di tampone negativo, esce dall’isolamento e riprende la vita di prima. Nel frattempo anche marito e figli effettuano l’esame, risultando anch’essi negativi.
“Dato il mio stato di asintomaticità – continua Maria -, non penso di aver trasmesso a nessuno il virus, ma con certezza non lo posso chiaramente sapere. Di certo, non avendo avuto alcuna manifestazione a livello fisico della malattia, mi ritengo fortunata, anche se a livello psicologico si vive comunque una situazione di tensione e ansia, sapendo di avere l’infezione in corso e temendo che possa evolvere in maniera più complessa. Il fatto stesso di sapere di essere contagiati, fa scattare la sensazione di sentirsi addosso tutti i sintomi”.
“So che non c’è prova che dopo la guarigione si possa acquisire una sorta di immunità – conclude Maria -, confermatomi anche dalla mia Azienda che periodicamente effettua i controlli su tutti noi operatori, anche quelli come me che già hanno contratto il virus, ed infatti la paura di portarlo a casa di nuovo c’è. Ma il fatto di averlo avuto già una volta, e di averlo superato facilmente, dà una marcia in più nell’affrontare positivamente la situazione”.