Coldiretti Portogruaro, annata discreta ma il vitivinicolo soffre

Trevisan: "I settori più colpiti sono stati quelli della ricezione, come l’agriturismo e il florovivaismo”

Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con la giornata del Ringraziamento. La ricorrenza che rende grazie del raccolto dei campi e chiede la benedizione sulla nuova annata. Un momento per accendere i riflettori sull’andamento e sulle prospettive dell’agricoltura.

Per quanto riguarda la provincia di Venezia, la situazione del settore è particolarmente pesante, alla quale ha contribuito anche l’emergenza sanitaria da Coronavirus. “I settori più colpiti sono stati quelli della ricezione, come l’agriturismo e il florovivaismo, che hanno pagato in pieno il lockdown primaverile, registrando una perdita notevole, nonostante siano stati avviati diversi progetti, quali ad esempio le consegne a domicilio – spiega la dott.ssa Elena Trevisan dell’Ufficio Relazioni Esterne di Coldiretti Venezia -. Lo stesso vale per il sistema Horeca: solo le aziende legate alla grande distribuzione sono riuscite a lavorare. In tutto questo, tuttavia, la campagna cereagricola è andata bene sia in termini di produzione che di qualità e di prezzi, il clima ha aiutato molto. Anche la campagna bieticola ha registrato una buona produzione. Per quanto riguarda la viticoltura, invece, si è attestato circa il 20% in meno di produzione, compensata però dall’ottima qualità dell’uva. Infine, c’è molta preoccupazione in merito al settore lattiero-caseario: i prezzi del latte sono in calo e la speranza è che le aziende italiane acquistino il prodotto nazionale evitando di importarlo dall’estero”.

La situazione provinciale rispecchia quella più territoriale del Portogruarese. A dirlo è Michele Terrin, direttore di Coldiretti Portogruaro. “Le produzioni 2020 sono andate discretamente – illustra -, soprattutto per quanto riguarda il mais, con raccolti superiori rispetto agli anni precedenti, e il frumento, raccolto tra fine giugno e inizio luglio. Leggermente inferiore è stata la produzione della soia, mentre è nettamente più bassa quella dell’uva, dove diverse varietà non hanno raggiunto i numeri previsti dalle disciplinari. La barbabietola, invece, ha avuto il problema delle piogge di fine settembre/ottobre che hanno ritardato la raccolta. Da qualche anno il sorgo sta avendo buoni risultati, come anche la colza, coltura ripresa da poco. Fortunatamente, quest’anno, abbiamo registrato meno danni dovuti alla cimice”. Ad accusare maggiormente il colpo del Coronavirus è il settore vitivinicolo. “Per chi produce cereali per la grande distribuzione non ci sono state particolari variazioni, i prezzi sono più bassi, ma non di tanto rispetto agli anni precedenti – continua Terrin -. Il vino, invece, ha risentito molto del lockdown soprattutto in merito ai prezzi e ai rallentamenti delle vendite. Con le scarse produzioni di quest’anno, i prezzi saranno sicuramente rivalutati, visto che c’è meno prodotto disponibile. In più si stanno portando avanti gli strascichi della crisi del settore viticolo che, nel 2019, ha visto i prezzi scendere nettamente. Al momento non possiamo sbilanciarci sulle prospettive del prossimo anno: le aziende che hanno già i piani colturali impostati lavoreranno, saranno sicuramente più in difficoltà i nuovi impianti”.