Tre proposte per la scuola

I cambiamenti necessari nei giorni del Covid e del prossimo anno scolastico: più spazi, più tempo, più personale.

Finalmente si diffonde un grande interesse per la scuola; è fortemente condivisa la necessità che a settembre alunni, studenti, maestri, professori possano ritrovarsi nelle aule per riprendere una attività scolastica vera, in comunità, in presenza.La chiusura delle scuole ha alimentato la nostalgia della vita di classe, delle lezioni in diretta, della scuola viva fatta di relazioni, di dialogo, di avventure, di noia, di andata e ritorno da casa.Ma l’incubo del contagio, l’esigenza di vivere anche a scuola ’a distanza’ sta creando preoccupazione, stanno emergendo proposte disparate, alle volte palesemente insensate, altre molto difficili da realizzare.I cambiamenti necessari rispetto alla situazione attuale per rendere possibile la vita a scuola al tempo del “dopo” corona-virus sono: più spazi, più tempo, più personale.

(dalla prima pagina)

cambiamenti necessari rispetto alla situazione attuale per rendere possibile la vita a scuola al tempo del “dopo” corona-virus sono: più spazi, più tempo, più personale.Più spazi: è difficile immaginare che tutte le classi possano restare integre nelle aule attualmente disponibili. In molti casi sarà necessario dividere la classe , in altri portare la classe in spazi più ampi. Bisognerà utilizzare tutti gli spazi disponibili all’interno degli edifici scolastici, ma diventerà indispensabile poter disporre di sedi esterne: sale incontri, musei, biblioteche, teatri, luoghi per pubbliche manifestazioni, palestre, spazi verdi; dovrà essere cercata e concordata la disponibilità sia da parte di enti pubblici che di associazioni che di privati. Più tempo: gli edifici scolastici dovrebbero restare aperti e disponibili per attività didattiche “a tempo pieno”. Questa espressione rimanda non solo al tempo di apertura degli edifici ma ad un modo di intendere la vita della scuola. Viene inevitabilmente alla memoria “Lettera ad una professoressa” di Don Milani dove il tempo pieno significava attenzione ai bisogni e alle esigenze degli alunni più deboli, il protagonismo degli studenti, l’attività di ricerca, il confronto con i problemi della società. Va ricordato anche che la nostra Regione, su iniziativa dell’allora assessore Brno Giust, ha elaborato una legislazione, concordata anche con il Ministero nazionale prevedendo non solo il prolungamento del tempo scuola ma anche coinvolgendo docenti e studenti in attività creative, in momenti di lavori a gruppi, in rapporti nuovi con il territorio e la comunità.Più personale: spetterà inevitabilmente al Ministero Nazionale assumere nuovo personale, ma anche la regione, gli enti locali possono mettere a disposizioni figure come educatori, tecnici, assistenti. Potrebbero essere coinvolte anche le associazioni di volontariato capaci di attività significative per la vita della scuola.Spetta naturalmente soprattutto al ministero elaborare le ’linee guida’ che caratterizzino la riapertura delle scuola, ma è indispensabile che anche la Regione affronti questo tema: va approvata una apposita legge che impegni adeguati finanziamenti, che favorisca coinvolgimento e intese con gli enti locali, con le associazioni, con i cittadini; che valorizzi l’autonomia dei singoli istituti scolastici, che promuova e sostenga un vasto piano di aggiornamento docenti.Sicuramente è già tardi, ma proprio per questo bisogna intervenire subito.Poi saranno le scuole (docenti, dirigenti scolastici ma anche gli stessi studenti e i genitori) ad assumere le decisioni, le iniziative indispensabili, in questa drammatica e straordinaria occasione, per ripartire, sia utilizzando le nuove tecnologie (le esperienze acquisite con l’attività a distanza di questi mesi dovranno essere criticamente esaminate e rivalutate) sia approfondendo il senso, la direzione dell’impegno educativo.

Sergio Chiarotto