Speciali
L’impegno dei sindaci al tempo del Covid 19: Zoppola
Uno dei paesi più colpiti per i lutti alla Casa di riposo. Papais: “Fondamentale il gioco di squadra, senza scordare i giovani”
Da un lato il dolore per i concittadini che sono mancati e dall’altro la speranza per un rinnovato senso di solidarietà nella comunità: Zoppola è stato uno dei Comuni maggiormente colpiti sul territorio diocesano dall’emergenza Covid-19.
Da quasi due mesi il virus scandisce ogni giorno della sindaca Francesca Papais, che insieme alla sua amministrazione, agli uffici comunali e alla Polizia locale sta coordinando una rete allargata di gestione del quotidiano in tempi straordinari alla quale, come spiega, danno un prezioso contributo parroci, medici, ambito sanitario, associazioni, volontari, a partire da quelli della Protezione civile, privati cittadini. “E pensare – aggiunge – che come territorio in questi anni avevamo già vissuto diverse situazioni difficili, dalle crisi delle aziende con le conseguenti ricadute occupazionali agli eventi atmosferici estremi. Avevamo già imparato sul campo quanto fosse fondamentale il gioco di squadra tra i vari attori della comunità. Questa volta però abbiamo dovuto imparare qualcosa di nuovo, visto che sì stiamo lavorando, ma distanti eppure allo stesso momento insieme”.
Quale il momento più doloroso in queste settimane?
Il dover piangere così tante persone, perché anche la casa di riposo della Fondazione Micoli Toscano, dove si è concentrata gran parte dei decessi, è una parte viva della comunità. La Fondazione si è trovata a gestire una situazione davvero complicata, ma non ha mai smesso di cercare il bene dei propri ospiti con la propria direzione, i dipendenti e il dottor Pietro Casarin. La casa di riposo è parte di noi, per questo ogni giorno mi tengo in contatto, consapevole che finché non si risolverà a Castions, l’emergenza non sarà finita per tutta Zoppola.
E quale l’avvenimento ricco di speranza?
Ognuno nella comunità ha fatto quello che poteva per rispondere al meglio all’emergenza. Una rinnovata solidarietà che ha permesso di portare la luce in questo incubo e che ci ha fatto riscoprire l’importanza di essere concittadini.
Come immagina il futuro, a emergenza finita?
Dovremo lavorare per non lasciare indietro nessuno, sia a livello economico che sociale. E se in questa prima fase giustamente abbiamo cercato di mettere in salvo gli anziani, dovremo fare il più possibile anche per i giovani e la loro gioia di vivere. In questo campo abbiamo appena riavviato le attività online del Progetto giovani con la cooperativa Il Piccolo Principe. Tutto il lavoro post emergenza sarà da svolgere sempre insieme a Regione e Prefettura, altro gioco di squadra fondamentale in questi giorni.