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Editoria religiosa: “La chiesa e i soldi” Il 27 settembre a Pordenone, parrocchia San Giuseppe
Già il titolo "I soldi della chiesa" di Mimmo Muolo suscita una molteplicità di domande, luoghi comuni, equivoci, dubbi e interrogativi di ogni genere. E’ certo lecito porsi delle domande su quanti siano i soldi, frutto delle offerte dei fedeli cristiani e non, che il Vaticano, la Chiesa o le opere di carità amministrano.
“Isoldi della Chiesa” di Mimmo Muolo viene presentato dal professor don Pier Aldo Colussi venerdì 27 settembre, ore 20.30, all’auditorium della parrocchia di San Giuseppe, in Borgomeduna.
Commento di don Pieraldo Colussi
Già il titolo “I soldi della chiesa” di Mimmo Muolo suscita una molteplicità di domande, luoghi comuni, equivoci, dubbi e interrogativi di ogni genere. E’ certo lecito porsi delle domande su quanti siano i soldi, frutto delle offerte dei fedeli cristiani e non, che il Vaticano, la Chiesa o le opere di carità amministrano. E’ corretto e utile parlare di denaro, non interrogando gli uffici ecclesiastici romani ma la Chiesa cattolica, perché, alla luce di un’opinione comune non informata, la Chiesa appare come uno stato ricchissimo; ci si domanda se quel denaro serva per gli “ultimi” o per umanissime mire di potere. L’opera vuole fare chiarezza con dati di fatto, inserita nella prospettiva della riforma della chiesa voluta da papa Francesco.E’ necessaria una vera trasparenza per conoscere il punto di partenza, da dove derivano i soldi, per giungere al punto di arrivo: come vengono usati quei soldi incamerati? Certo accanto al bene fatto o agli aiuti dati, frutto di quei soldi, ci sono anche risvolti negativi, che non vengono nascosti, per cattiva gestione o per comportamenti negativi di singole persone.E’ giusto riflettere su dati certi per poi fare la proprie considerazioni positive o negative. Non ci si può abbandonare “alla piazza” e a polemiche ricorrenti che sono il riflesso alle volte di cattiva informazione o di laicismo preconcetto. Certo alla Chiesa si chiede, e giustamente e sempre di più, un modo diverso, più accurato e trasparente di agire rispetto alle altre realtà caritative. Una riflessione, poi, viene fatta sulla Chiesa italiana, circa l’uso dell’8 per mille con cui lo stato, constatate le funzioni sociali, spirituali e di solidarietà da parte della Chiesa, contribuisce alla loro realizzazione, non dimenticando che analogo comportamento lo Stato italiano usa con altre confessioni religiose che hanno stipulato un’intesa con lo Stato. Da queste poche osservazioni si capisce come il problema dei soldi nella e della Chiesa sia un argomento complesso e difficile che l’autore affronta con capacità di trasparenza nell’analisi e di imparzialità di giudizio.Infine, ma è il problema più importante e coinvolgente: quale rapporto tra i soldi e i beni della Chiesa e la povertà evangelica che Cristo chiede a tutti i credenti e più direttamente alla sua Chiesa, per una sua azione spirituale più efficace e per una irradiazione morale sul mondo sempre più evangelica”.