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Le feste dei bambini in Casa famiglia
Natale con i tuoi recita il detto.... Ma i bambini in Casa Famiglia? Ce ne sono tante nel nostro territorio. Abbiamo dato al loro operato, attraverso le storie di alcune: la Casa mamma-bambino del Noce; la Quercia di Portogruaro; Casa Mia ad Azzanello e l'Arcobaleno di Porcia. A tutte - e a tutte le altre - il grazie per il loro operato.
La Casa mamma-bambino del Noce è una struttura, di Casarsa, che si pone l’obiettivo di garantire a piccoli gruppi familiari una vita assieme, in un ambiente sereno e accogliente, in cui sperimentare e rafforzare la propria relazione, ma anche capace di favorire per le donne percorsi di autonomia lavorativa, sociale e familiare.Spiega Antonella, una componente del gruppo di gestione del progetto: “Abbiamo aperto i battenti nel 2012 e fino ad oggi abbiamo ospitato 23 nuclei familiari, per un totale di 43 minori. Oggi accogliamo due mamme e tre bambini. Tengo a precisare che non lavoriamo con grandi numeri: siamo in grado al massimo di gestire quattro situazioni per volta. E’ una scelta che abbiamo fatto per garantirci qualità”.Il team – costituito da Antonella, Daiana, Giulia, Annamaria, Elisa e Daria – fa un lavoro di accompagnamento, di osservazione e di sostegno per favorire la relazione della mamma con i suoi bambini. Antonella continua: “Le ragazze che arrivano da noi hanno alle spalle una storia di fragilità per un vissuto difficile con la famiglia di origine, di conflittualità nella coppia, che a volte sfocia i violenze domestiche. Arrivano da noi per ricucire il loro rapporto con i figli”.Al centro del progetto, quindi, non ci sono i bambini, ma le mamme, che devono recuperare fiducia in loro e nella loro capacità di gestire i figli: quando hanno raggiunto l’obiettivo lasciano Casarsa per tornare a vivere autonomamente.Precisa Antonella: “Lo ripeto spesso. Questo è un luogo per recuperare un ritmo naturale del respiro. Le donne che arrivano da noi hanno il fiatone, l’affanno: nella Casa mamma-bambino del Noce si tranquillizzano, imparano ad avere una dimensione più distesa e tranquilla, hanno il tempo per rielaborare la loro esperienza e pensare al loro futuro, prendendosi cura di loro bimbi”.Il momento del distacco non è sempre facile. E’ per questo che da un po’ di tempo Il Noce di Casarsa sta costituendo un nucleo di famiglie di sostegno. Si tratta di nuclei disposti ad aprire le loro porte e ad aiutare le mamme che lasciano la struttura per andare a vivere autonomamente. Hanno però sempre bisogno di un punto di riferimento: normalmente si può fare riferimento alla rete dei nonni, degli zii, degli amici, che in questo caso è sostituita dal gruppo delle famiglie di sostegno.Come si vive il Natale alla Casa mamma-bambino del Noce? Spiega sempre Antonella: “In modo tradizionale, con l’albero e il presepio: lo abbiamo sempre fatto assieme, anche quando c’erano persone di altre religioni, estranee a quella cattolica. I ragazzini invitano tutti alle feste e alle recite che organizzano a scuola. Ci troviamo assieme l’antivigilia. Poi a Natale e a Santo Stefano le mamme si organizzano autonomamente: non siamo una casa famiglia, per cui non allestiamo cenoni o pranzi comunitari. Laddove è possibile c’è un rientro di qualche giorno nella famiglia di origine, altrimenti vanno appunto dalle famiglie di sostegno. In ogni caso il clima è festoso: in fondo il Natale che cosa è se non la festa di una Mamma e di un Bambino che nasce?”.Marco Pelosi
La Quercia.l Natale è forse il periodo più controverso e complicato da vivere in casa famiglia. La nascita di Gesù, espressione viva dell’Amore e della famiglia avvolge nel suo abbraccio tutti questi giorni di festa. E’ un periodo in cui, da tradizione, le famiglie si incontrano, si scambiano i regali, stanno insieme per condividere la gioia e la serenità delle feste. Anche nella casa de “La Grande Quercia” probabilmente facciamo ciò che nella gran parte delle case e delle famiglie si vive.Abbiamo addobbato insieme casa, albero, siamo andati tutti insieme a recuperare pigne e bastoncini per realizzare il nostro presepe tutto ecologico, pensiamo ai regali da ricevere e da fare.Abbiamo programmato le feste, pensato a cosa fare a Natale, l’ultimo dell’anno, organizzando momenti di svago e uscite per il periodo delle vacanze. Nel nostro programma dobbiamo anche tenere conto dei rientri di qualche giorno nelle rispettive famiglie d’origine per due dei cinque minori che stiamo accogliendo e infine noi adulti dobbiamo bilanciare il sottile equilibrio che divide la vita personale da quella comunitaria e non è per nulla facile.Il Natale spesso racconta ai ragazzi accolti delle storie: quelle che non hanno mai vissuto, mai provato o assaporato, o che invece hanno vissuto ma sono lontane e nostalgiche. Noi adulti proviamo a offrire il clima gioioso che il Natale dovrebbe portare, il valore dell’attesa, della speranza e dell’amicizia. Cerchiamo di donare loro un Natale “in famiglia”, la gioia dello stare e camminare insieme. Più noi adulti siamo bravi a offrire tutto questo, nella fraternità, negli abbracci, nelle risate e nella familiarità quotidiana più noi stiamo riempiendo un bisogno assoluto che questi ragazzi portano con sé. Il paradosso è che più ci riusciamo più probabilmente evidenziamo qualcosa che possono non aver avuto e che per la situazione che vivono non possono avere. La felicità di quello che riescono a vivere in casa famiglia genera il dolore di quello che non stanno vivendo con la propria famiglia.L’Amore e la sofferenza viaggiano quindi insieme e abbracciate l’una a l’altra. Questa è la grande difficoltà con cui ogni giorno la Grande Quercia si sveglia e che si porta a letto alla sera. La affrontiamo cercando di tenere quanto più vicino possibile le loro famiglie alla nostra quotidianità per non creare due mondi distinti ma uno solo, seppur complicato e pieno di ostacoli. Ci auguriamo davvero che ogni famiglia possa vivere un Natale sereno.Alessandro e Laura
La tradizionale cena prenatalizia per amici e operatori di Casa Mia, alla quale hanno partecipato anche i sedici giovanissimi ospiti, ha rappresentato, fra l’altro, un momento di commiato dalle sede di Azzanello, in vista dell’imminente trasferimento a Rorai.Il saluto alla comunità della zona, sempre molto vicina agli ospiti della Casa, era stato espresso con una castagnata “comunitaria” già lo scorso 10 novembre. Quasi a diluire nel tempo i passaggi del distacco, che bisogna mettere in conto quando si è legati alle persone e al territorio.Qui, ad Azzanello, per quattordici anni sono stati seguiti, in un clima accogliente e in un edificio immerso nel verde della campagna, bambini e adolescenti provati da vari disagi e bisognosi di una nuova famiglia e di un adeguato contesto educativo. Ora il Laboratorio Scuola e l’Associazione Amici di Casa Mia si trasferiscono in una nuova casa a Rorai. Come hanno spiegato i rappresentanti dell’Associazione, in occasione del riconoscimento tributato di recente dall’Amministrazione comunale di Pasiano all’attività svolta da questa struttura di accoglienza, la decisione di lasciare l’edificio rurale di Azzanello, previo accordo con la Regione, è stata determinata da precise caratteristiche della nuova sede: maggiore spazio per gli ospiti e migliori opportunità offerte dalla vicinanza alla città, in particolare per le preadolescenti alle quali sarà consentito un più ampio contesto di esperienze e socializzazione. Bambini e ragazze continueranno a frequentare la scuola pubblica.Il progetto educativo di Casa Mia, supportato dalla cooperativa Laboratorio Scuola, continuerà a offrire l’opportunità di adeguati percorsi pasicoeducativi personalizzati in un clima di efficace inserimento e di relazioni significative con il territorio.
Attesa del Natale. Come è stata percepita l’atmosfera natalizia, arrivata per tempo, leggera e attesa? Sono stati preparati accuratamente gli addobbi nell’appartamento delle “grandi” a cura delle ospiti stesse, mentre è stato intenso l’impegno dei piccoli che hanno cucinato i dolcetti per Babbo Natale. Poi la grande festa della Natività, che qui gli educatori hanno cercato di far vivere come avviene in famiglia, con il calore semplice e sentito della casa: gli auguri, il pranzo della festa, il panettone…il film nel pomeriggio, oppure l’uscita per qualche iniziativa proposta dal territorio.Ovviamente ci sono state le visite e i doni, come avviene per tutti i bambini… C’è sempre l’abbraccio di tanti amici e della comunità esterna che si intensifica per le festività, ma è anche un sostegno costante, di tutto l’anno. Sono gli ultimi giorni trascorsi in questa casa di Azzanello, quindi c’è area diffusa di trasloco. Allora… tanti auguri per un soggiorno felice nella nuova sede, con l’abbraccio accogliente di tanti nuovi amici.Flavia Sacilotto
L’ArcobalenoIl Natale, all’Associazione di Volontariato L’Arcobaleno Onlus di Porcia, è un momento particolarmente sentito, dal punto di vista religioso e della tradizione e lo si nota immediatamente. All’esterno dell’edificio, sotto il porticato, è allestito un bel presepe, costruito con materiali naturali o riciclati (legno, ferri, che fanno da supporto alle statue di stoffa, paglia, edera), con la collaborazione di persone che operano nella comunità. Non manca un altro bel presepe, fatto con statue tradizionali, posto nella sala all’entrata. Ma altrettanto bello e originale è quello ricamato sulla tovaglia, che copre il piccolo altare nella cappella.Il Natale, per i bambini, è anche un’occasione per festeggiare la ricorrenza della nascita di Gesù con i volontari e i genitori, dei bambini accolti nella struttura, con canti e recite; mentre, l’Associazione presenta le attività educative svolte nell’anno. Inoltre, i bambini consegneranno ai volontari, in segno di ringraziamento, un piccolo presente.Nel periodo natalizio importanti, per L’Arcobaleno, sono le tante iniziative attuate dalla rete solidale, costituita da enti, associazioni e da privati, in sostegno dell’Associazione. Tra queste figurano, l’arrivo di Babbo Natale che porta i doni, l’iniziativa in una scuola primaria del territorio, che vede gli scolari donare dei loro giochi ai bambini de L’Arcobaleno. Sempre per Natale esce il Calendario solidale de L’Arcobaleno.L’Associazione L’Arcobaleno dal 1994 accoglie e tutela i bambini in difficoltà familiare attraverso la presenza a tempo pieno di una comunità di religiose, le “Figlie di San Giuseppe del Caburlotto”, il coinvolgimento un centinaio di volontari, impegnati nella varie attività necessarie alla vita dell’Associazione e di professionisti esperti in ambito psico-pedagogico.L’Arcobaleno, accoglie bambini inviati dai Servizi Sociali territoriali, o dal tribunale, alcuni (sei attualmente) nella Casa Famiglia in forma residenziale, altri (19) in forma diurna (Centro Diurno). L’Arcobaleno nel 2019 festeggerà i 25 anni di attività.Lorenzo Ferman