Povertà: l’impegno della Caritas

Un impegno che si fa segno: persone che incontrano e accolgono altre persone che vivono varie situazioni di difficoltà: dai centri di ascolto Caritas (8 centri di ascolto nella nostra diocesi) e distribuzione alle Conferenze della San Vincenzo attive nella nostra Diocesi e tante altre realtà...

  Incontrare i poveri, riconoscere il loro volto come nostri fratelli, è uno degli inviti che ci arriva dalla lettera pastorale del Vescovo Giuseppe a una Chiesa Diocesana che nel corso degli anni ha individuato percorsi e strade per incontrarli e aiutarli.Si tratta di “luoghi” che diventano segno dell’attenzione della Chiesa Diocesana, promosse da Caritas, da Parrocchie, da Associazioni e realtà legate alla Chiesa che si affiancano a quelle che la società civile ha costituito.Sono segni che incontrano e accolgono persone che vivono varie situazioni di difficoltà: dai centri di ascolto Caritas (8 centri di ascolto nella nostra diocesi) e distribuzione alle Conferenze della San Vincenzo attive nella nostra Diocesi; dall’asilo notturno La Locanda per persone che si trovano in situazione di grave marginalità agli appartamenti presso Casa Madonna Pellegrina per famiglie; dalle mense promosse nel territorio al nascente Emporio per il contrasto delle povertà alimentare, da Casa Madre della Vita che accoglie madri con figli in situazione di difficoltà, alla casa Oasi 2 per accogliere e aiutare a ricostruire un cammino nella comunità alle persone uscite dal carcere. Dalle accoglienze presso casa Emmaus che accoglie persone in situazione di bisogno, sino all’attività di accoglienza e integrazione per vittime di migrazioni forzate (tratta e rifugiati politici) attive nel nostro territorio da quasi vent’anni. Vicino a queste anche realtà come scuole dell’infanzia parrocchiali o la casa di riposo di San Vito, che, collocandosi negli estremi della vita della persona, segnano anche un sostegno per chi in quella fase vive situazioni di povertà (dal contrasto a quella che viene definita povertà educativa al sostegno a chi è anziano e solo).In questa carrellata, senza nessuna pretesa di esaustività, dicevamo l’impegno di una Chiesa Diocesana chiamata a testimoniare la Carità “in modi conformi ai tempi e ai bisogni”.Un impegno che non si deve fermare e che deve rafforzarsi non per forza costruendo nuove opere, ma essendo capace di individuare nuovi luoghi e nuovi modi. Ci sono ancora tante povertà che potremmo definire “mimetiche” che si nascondono e che fanno fatica a essere incontrate per i quali servono forse lenti diverse e capacità di lettura profonda. Serve però anche la capacità, iniziando da quello che già, di ascoltare il grido dei poveri e di dare loro voce. Una voce per una Chiesa profetica, in questo contesto che sembra invece soffocare quel grido (A.B.)