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L’azzardo patologico è in aumento: la legge non frena il suo diffondersi
Si cercano strategie comuni e condivise
Il gioco d’azzardo lecito”. E’ il titolo, del tutto corretto anche se all’apparenza paradossale (con quell’aggettivo che sembra azzerare la gravità del problema), di un incontro sul tema proposto dalla Regione Fvg lo scorso 27 marzo a Pordenone. Uno degli incontri itineranti che si stanno proponendo nelle quattro province a cura di esperti in ambito sociale, sanitario, psicologico, giornalistico.
L’azzardo è purtroppo lecito. E’ lecito il gioco che sta attualmente distruggendo, per riferirci soltanto a questo territorio regionale, 6.000 persone con le rispettive famiglie. Seimila più cento, se consideriamo i cento nuovi ingressi di ogni anno nel numero dei giocatori che hanno chiesto di curarsi. O, meglio, delle famiglie che hanno chiesto per loro un percorso di cura. E’ infatti ormai assodato che chi arriva ai Servizi per chiedere di essere aiutato a uscire da questa tragica dipendenza non lo fa mai per iniziativa propria. Il sommerso è quindi molto alto, data la difficoltà a intercettare questa patologia.
FVG: TRAVOLTE 6000 FAMIGLIE
Nel FVG seimila persone sono “ufficialmente” travolte dal dramma del gioco compulsivo. E’ una partita molto dura lo sforzo di contrastare questo mostro che inghiotte, con il denaro sonante, anche tutta la famiglia in voragini di debiti e di disperazione. Si attesta sui 1.343 euro annui per ogni cittadino l’importo medio dilapidato nel gioco. Per ogni giocatore direttamente coinvolto, si calcola che il debito oscilli fra i 100mila ai 600 mila euro tra prestiti e finanziarie.
Basti pensare che una “partita” con l’impiego di un euro dura dai quattro ai sette secondi. Quante in un’ora? Il giocatore ne perde la nozione.
La maggior parte dei giocatori “emersi” (il 77 %) appartiene al sesso maschile, ha oltre 40 anni. Sarà perché le donne sono più sole o sono più abili a nascondere che la percentuale che le riguarda è sul 23%?
URGONO PROVVEDIMENTI
Nel corso dell’incontro sono stati invocati segnali di concreti provvedimenti in materia da parte dei legislatori nazionali. E’ urgente ridurre almeno il numero delle concessioni.
In FVG dal 2014 c’è una legge regionale, ma è urgente che intervenga il Parlamento affinchè si pongano limiti ben definiti a un giro di denaro intossicato. Ci sono libertà da regolare con adeguati provvedimenti legislativi.
Come osservava la dott. Francesca Vignola, coordinatrice del tavolo tecnico regionale GAP (gioco azzardo patologico), il disturbo da gioco d’azzardo è entrato fra i Lea (livelli essenziali di assistenza) impegnando risorse sottratte ad altre esigenze sanitarie. Si tratta purtroppo di un problema in continua espansione da ricondurre alla crisi o all’aumento dell’offerta (nuove slot machine, possibilità di giocare dal pc o dal cellulare stando comodamente a casa…).
NORMA FVG
La normativa regionale parte dalla legge del 2014, poi modificata nel tempo. Prevede che le macchine da gioco siano collocate ad almeno 500 m di distanza dai servizi sensibili (scuole, biblioteche…). Si dovrebbe progressivamente arrivare alla dismissione di tutti gli apparecchi attivi sul territorio. E’ assicurato un finanziamento a chi cessa di offrire questa modalità di gioco. E’ stato pure emanato un bando per le scuole per l’ideazione di un marchio “slot free” (ambiente libero dalle slot).
La Regione ha investito 1.035.803 euro per contrastare il gioco d’azzardo; una parte dell’investimento è finalizzata alla formazione dei medici di medicina generale, di competenze destinate alle scuole e degli esercenti.
Nel territorio regionale sono attivi 10.115 apparecchi per il gioco d’azzardo “lecito”. Come osservava il presidente dell’Ordine dei giornalisti del FVG, Cristiano Degano, è fondamentale incidere sulla mentalità comune, promuovere una adeguata cultura in una regione di confine come la nostra che registra frequenti viaggi organizzati, anche di persone anziane, in Slovenia. Occasioni in cui, con il pretesto di andare a mangiare il pesce, è praticato anche il gioco d’azzardo. Gratta e vinci, lotto, slot machine… hanno lo stesso denominatore comune.
AUSPICATA COLLABORAZIONE
Alla richiesta finalizzata a capire quale sia il livello di applicazione della legge regionale, hanno risposto soltanto 38 comuni. Tredici sono intervenuti in materia di orari di attività delle slot. Pochissime le sanzioni. Un quadro deludente su cui pesa la carenza di risorse. Ma si impone con urgenza un cambio di visione.
L’AZZARDO FA REGREDIRE
L’intervento dello psicologo Alessandro Vegliach, formatore regionale per il GAP, evidenziava che il gioco inteso nella sua accezione più vera fa crescere il bambino, mentre il gioco d’azzardo fa regredire l’adulto che perde il senso del valore del denaro. Persone, anche affermate per il ruolo che svolgono nella società, praticando il gioco d’azzardo assumono le caratteristiche dei bambini perdendo questa consapevolezza. In ogni caso il gioco compulsivo è alimentato da speranze effimere quali un colpo di fortuna, espressione di atteggiamenti immaturi (F.S.).