Superiori: una scelta non banale

Negli ultimi anni si è registrata una corsa ai licei. Contemporaneamente accade che ci sia un'alta percentuale di ragazzi che abbandonano la scuola dopo i primi anni. Scegliere e farsi aiutare a scegliere il percorso di studi migliore è il miglior consiglio da dare. E da seguire

  Nel mese di gennaio le famiglie sono chiamate a scegliere quale indirizzo scolastico frequenteranno i loro figli in uscita dalla terza media (antica dicitura). Una scelta non banale né facile.

Tre indicatoriDiversi sono gli indicatori da tener presenti e da armonizzare. Innanzitutto le attitudini e le aspirazioni del singolo studente, lette e interpretate con estremo rigore; poi le esigenze del mercato del lavoro per non ritrovarsi a distanza di anni con disoccupati intellettuali umiliati e frustrati; solo per ultime – ma molto ultime- si possono tenere presenti le aspettative genitoriali.

La contraddizioneIl sistema scuola del Paese soffre di una contraddizione alla quale non poniamo sufficiente attenzione e soprattutto non portiamo alle estreme conseguenze.I ragazzi/e per il 50% scelgono i licei, il 30% gli istituti tecnici e il 20% gli istituti professionali. Un dato che non collima con la percentuale di laureati in uscita, anno dopo anno: infatti si hanno solo 26 laureati ogni cento persone.Altro fenomeno inquietante: ben il 14% degli studenti iscritti alle superiori non porta a compimento il percorso e si ha il fenomeno dell’abbandono scolastico. Nello stesso tempo il mercato del lavoro ha una estrema necessità di tecnici e di operatori nei vari settori: quelli in uscita dalle scuole tecniche e professionali sono nettamente insufficienti. Questi dati ci devono interrogare, nessuno può esimersi dal riflettere e insieme cercare strade alternative, risposte più articolate e individuare percorsi possibili più aderenti alla realtà. Dobbiamo scrollarci di dosso “la maledizione gentiliana”: la persona colta non è solo colui che frequenta un liceo e si laurea. Questo poteva andare bene agli inizi del secolo xx.Ora molteplici strade si presentano ai nostri ragazzi/e e tutte offrono una piena possibilità di realizzazione personale, con pari dignità e significanza. Si evidenzia che l’orientamento attualmente in atto nelle scuole (inferiori e superiori) sia inadeguato all’oggi, perché stereotipato e ripetitivo, senza un vero percorso di accompagnamento se non in rari casi. S’ha da sottolineare la sordità di certe famiglie. A fronte di tante e ottime indicazioni date dai docenti agli studenti e alle rispettive famiglie, alcune sono fragorosamente sorde se queste indicazioni non combaciano con le loro aspettative. Risultato: ragazzi/e che faticano, sbandano, si perdono e sono infelici.All’ISIS “L. Zanussi”, istituto che dirigo da sei anni, mediamente pervengono dalle 60/80 richieste annue di trasferimento da altri Istituti; un dato che è presente anche negli istituti analoghi. Un piccolo consiglio a tutti. Se all’inizio di un percorso di studi, qualsiasi possa essere, si nota che l’allievo fatica a collocarsi, a trovare il passo e a dare risposte pertinenti si abbia il coraggio di riorientarlo, di farsi aiutare da esperti (cfr. COR – Centro di orientamento regionale) per non far soffrire inutilmente questi nostri ragazzi/e.Sabato 27 gennaio, dalle 15 alle 18: Scuola Aperta ISIS “L. Zanussi” – Pordenone.Giovanni Dalla Torre, Dirigente Scolastico