Domenica 10 novembre: la nostra giornata

Domenica 10 novembre è la Giornata del settimanale diocesano “Il Popolo” nelle parrocchie, che per l’occasione ricevono un numero doppio di copie. E’ un invito a conoscere il giornale per arrivare a più persone possibili: a chi ci guarda in fondo alla chiesa e magari non ci prende, a chi ci sfoglia ogni tanto. E’ anche un giorno per farsi ricordare dai fedeli abbonati.

Domenica 10 novembre è la Giornata del settimanale diocesano “Il Popolo” nelle parrocchie, che per l’occasione ricevono un numero doppio di copie. E’ un invito a conoscere il giornale per arrivare a più persone possibili: a chi ci guarda in fondo alla chiesa e magari non ci prende, a chi ci sfoglia ogni tanto. E’ anche un giorno per farsi ricordare dai fedeli abbonati.

“Il Popolo” ha tante storie da raccontare: vite dei territori, delle nostre comunità, dai paesi ai centri cittadini. Ha uno sguardo sempre aperto sul mondo – come per qualsiasi altro giornale, l’attualità ci pervade – ma anche uno ben attento sulla chiesa: da papa Francesco, alla diocesi fino alla più piccola delle nostre parrocchie. “Il Popolo” è per tutti e a tutti vorrebbe dare voce, spazio, racconto. Lo fa attraverso la forma cartacea da oltre un secolo, lo fa online dal 2008. Più volte si è rinnovato in entrambe le forme: lo farà ancora.

In quanto settimanale ha una natura da maratoneta più che da centometrista: i tempi di produzione e stampa non sono da sprinter, da chi gareggia all’ultima news, dato che ormai queste si conoscono pressoché in contemporanea agli accadimenti tramite il web, la radio, la tv. “Il Popolo” informa in modo diverso, complementare.

Un modo che parte da noi, dalle nostre realtà territoriali. Un modo che punta a dire a ciascuno dei lettori quanto sta accadendo in casa o nei paraggi, a teatro e allo stadio come in chiesa o all’asilo: è uno sguardo aperto in micro e in macro.

E’ pure un modo di comunicare che arriva a voi lettori grazie al lavoro di tanti corrispondenti che si impegnano nella loro professionalità assortita di giornalisti e non giornalisti, di lavoratori della comunicazione e di lavoratori altri. Tutti ugualmente accomunati dalla vocazione alla cronaca e al racconto, dall’indomita passione per il far sapere quanto accade. E tutti lo fanno per i lettori, per voi, sconosciuti ma sentiti vicini.

Comunicare è una fatica e un piacere insieme, richiede impegno, tempo, dedizione. Eppure, come non scrivere di quello che il paese vive, che la parrocchia festeggia, che la diocesi propone, del libro che ricorda una figura importante come pure una sconosciuta che merita la scoperta, di un accadimento, di una perplessità di fronte a una decisione presa o una situazione, o al contrario di una felicità per l’ultima impresa dei nostri sportivi?

In un vorticare globale di informazioni, che vengono spesso da lontano, non dovremmo dimenticare chi ci è vicino, prossimo. Sono così tante le iniziative che ci circondano: lo si può verificare puntualmente sfogliando il giornale, cartaceo e online. Ogni settimana tuffarsi tra le sue pagine fa sentire che – usando una metafora – tra qualche albero che cade pur violentemente a terra, c’è una foresta che silenziosamente cresce.

E’ vero: “Il Popolo” non ha nel suo Dna la notizia annunciata con voce grossa, magari un po’ gonfiata, urlata. “Il Popolo” informa: che è la più umile e la più ambiziosa delle imprese e delle finalità. Per questo, di numero in numero, immergersi nel giornale è un silente inno di gratitudine alle tante persone – gli imprescindibili collaboratori – che puntualmente vi informano, cari lettori, creando questo legame invisibile e fruttuoso che parte dai loro occhi, dalle loro orecchie, dai loro telefonini, dal loro andare in cerca di notizie e arriva fatto, finito e confezionato a voi, destinatari ultimi, che il giornale acquistate o che ricevete comodamente a casa in abbonamento.

Chi scrive il pezzo del vostro paese che andate a sbirciare è forse un vicino di casa, lo vedete in parrocchia, è una di voi – e di noi -, ma è anche una persona che si mette a servizio dell’informazione, anche della vostra. Perché è insieme, solo insieme, che siamo “Il Popolo”, da quasi centoquattro anni ormai. E’ un lungo cammino che, confido, vorrete e vorremo continuare a sostenere. Insieme.