Il cielo è più rosa sopra Bruxelles

Tre donne alla guida dell'Europa: Ursula von De Leyen alla Commissione, Christine Lagarde alla Bce e ora anche Roberta Metsola al Parlamento europeo. Una terna blasonata di studi, impegno, figli

E’ un po’ più rosa il cielo stellato che fa da bandiera all’Europa ora che il successore del nostro David Sassoli è stato eletto nella persona della sua vice, la maltese Roberta Metsola, terza donna a ricoprire questo ruolo. In qualità di Presidente del Parlamento europeo, la Metsola viene infatti dopo Simone Veil, francese di origine ebrea sopravvissuta ad Auschwitz, presidente dal 1979 al 1982, e dopo Nicole Fontaine, altra francese, presidente dal 1999 al 2002 e in precedenza per due volte anche vicepresidente.

Ma c’è di più, dato che la sua elezione ha disegnato una situazione quanto mai singolare che vede l’Unione guidata da tre donne. La Commissione europea è infatti presieduta dal 2019 Ursula von dei Leyen, tedesca, già più volte ministro nel governo di Angela Merkel. La Banca Centrale Europea (Bce) è guidata dalla francese Christine Lagarde che prima, nel 2011, è stata direttrice del Fondo monetario internazionale e dal 2019 è stata scelta dal Consiglio d’Europa per succedere al nostro Mario Draghi. E’ la prima donna a rivestire la carica di presidente nella Bce. Ad esse dal 18 gennaio, giorno del suo quarantatreesimo compleanno, si affianca Roberta Metsola, in assoluto il più giovane presidente del Parlamento europeo.

E’ una terna blasonata di studi: laurea in economia o giurisprudenza (in medicina la presidente della Commissione europea), dottorato, vita politica con ruoli importanti ricoperti già nel proprio paese di appartenenza, ma anche matrimonio e figli. Ne ha sette Ursula von der Leyen, quattro la giovane neoletta Roberta Metsola, tre Simone Veil, due la Lagarde.

Non sono le uniche pennellate di rosa dell’Europa: ad esse si possono aggiungere le nove donne che, nella giornata dell’8 marzo 2021, sono state definite le madri fondatrici (un concetto che in Italia ancora zoppica). Tra esse ci sono anche tre connazionali non abbastanza conosciute: Ada Rossi, partigiana; Maria De Unterrichter, tra le ventuno elette alla Assemblea costituente; Sofia Corradi, la promotrice del programma Erasmus.

Sul cielo d’Europa brillano anche le tre sante che Giovanni Paolo II – il 1° agosto 2004 – ha messo a protezione come co-patrone: Santa Brigida di Svezia, la nostra Santa Caterina da Siena e Santa Teresa della Croce, ovvero Edith Stein.

La neoletta Metsola ha subito dichiarato che raccoglierà l’eredità di Sassoli in difesa dell’Europa, dei suoi valori, della vita (è anche contro l’aborto), dei migranti. Tema, questo ultimo, quanto mai scottante e divisivo sul quale l’Unione si crepa e vacilla da quando alcuni paesi hanno eretto muri, disteso fili spinati con la pretesa di vederli pure finanziare dall’Ue.

Parafrasando il motto si può comunque dire che una terna (rosa) non fa primavera, dato che restano comunque poche le donne presidente (accade in Slovacchia e Georgia e, volendo, anche in Gran Bretagna considerato il lungo regno di Elisabetta). Un po’ di più, sono le donne premier, concentrate nei paesi del Nord come Estonia, Finlandia, Lituania, Islanda, Norvegia, Danimarca.

Al momento della andata in stampa non è dato sapere, ma chissà se quando il giornale verrà recapitato ci sarà un nome italiano da aggiungere alla lista dei capi di Stato o delle premier.