Un mondo in verde e nero

Il mondo dei grandi bersagliava da giorni per il venerdì nero dei super sconti: una corsa al consumismo che alla quale (coincidenza?) i ragazzi di una bella fetta di mondo hanno risposto all'insegna del verde: in piazza per l'ambiente.

  Mentre i negozi e i siti di mezzo mondo inneggiavano al Black Friday (la giornata di sconti che dà il via agli acquisti natalizi e coincide con l’ultimo venerdì di novembre) i giovani di altrettanta parte del pianeta sfilavano per le strade all’insegna del Green Friday. Nero contro verde, consumo contro natura: una sfida tra vecchio e nuovo mondo.Anche in piazza a Pordenone c’erano i giovani manifestanti ed è stato istruttivo fermarsi un po’ ad ascoltarli. La distrazione imbarazzata di alcuni, la grinta da leader di altri: comunque lì, insieme, a proclamare di voler abitare in maniera diversa quel mondo che i grandi strapazzano a danno delle nuove generazioni. Erano lì a dire: “Cominciamo subito a fare qualcosa. Anche se ci prendono in giro, se qualche nostro compagno ci guarda storto, se costa fatica anche a noi cambiare abitudini”.Così, in faccia a vetrine tappezzate di “Sconti del 30 – 50%”, gli studenti hanno proclamato dal microfono i loro apparentemente ingenui cavalli di battaglia: spazzolini in caucciù contro il dilagare della plastica, dischetti struccanti lavabili contro il cotone idrofilo che non si ricicla. In un mare di indifferenza anche due piccole cose sono un segno e un impegno. E pure una pulce messa nell’orecchio di chi lo ascolta.Si sono mossi in tanti: in Italia, per il quarto venerdì del clima, sono scesi in piazza in trecentomila. Il resto del mondo non è rimasto a guardare: dall’India all’Australia, dalla Francia, alla Germania (dove hanno manifestato in oltre seicentomila) fino al Portogallo (dove a Lisbona era attesa la giovane Greta che il tutto ha messo in moto).Non casuale la coincidenza dei due venerdì: quello nero del consumo – con un giro d’affari da due miliardi di euro (+20% rispetto al 2018) – e quello verde dei giovani per il clima. Qualcosa si muove e chi sta al comando guarda a questi ragazzi.Ai cortei di Genova era stato invitato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha risposto “I giovani hanno ragione da vendere, perché non c’è più tempo da perdere”. La Liguria devastata e Venezia allagata sono memorie fresche e minacce incombenti. Anche il ministro per l’ambiente, Sergio Costa, ha guardato ai giovani: “Il loro grido di allarme non è destinato a cadere nel vuoto. Siamo consapevoli che le loro proteste sono rivolte contro di noi, verso le scelte della politica nazionale e internazionale”.Venezia è tornata pure nel discorso di insediamento della prima presidente donna della Commissione Europea, la tedesca Ursula Von der Leyen, che ha messo il clima tra le priorità Ue e ha richiamato l’immagine della nostra città sott’acqua per dire che è tempo di fare marcia indietro: “Se c’è un campo in cui il mondo ha bisogno della nostra leadership è per proteggere il clima. E’ un problema esistenziale per l’Europa. E come potrebbe non esserlo, quando vediamo Venezia sott’acqua?”.Tra il nero del consumo e il verde dell’ambiente, tra il tornaconto immediato e lo sguardo lungo sul futuro riecheggiano sempre più profetiche le parole scritte da Papa Francesco nella Laudato Si’ del 2015: “L’ambiente è uno di quei temi che i meccanismi di mercato non sono in grado di difendere o di promuovere adeguatamente… E’ realistico aspettarsi che chi è ossessionato dalla massimizzazione dei profitti si fermi a pensare agli effetti ambientali che lascerà alle prossime generazioni?”.