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Pordenone Sud: Visita conclusa, un bilancio
Il lascito più bello: la crescita dell’Unità pastorale: "Se non ci fosse stata la visita pastorale, forse non saremmo mai partiti".
Martedì 17 aprile si è conclusa la visita del Vescovo Giuseppe all’Unità Pastorale di Pordenone Sud, della forania di Pordenone, con la verifica finale alla presenza dei membri del Consiglio di Unità Pastorale.Il Vescovo ha introdotto l’incontro affermando “Credo che la verifica oltre ad essere opportunità per esprimere una valutazione sull’esperienza vissuta, sia occasione preziosa anche per guardare in avanti, in quanto il senso della visita era quello di verificare, sostenervi nel cammino, ma anche aiutarvi e aiutarci a guardare avanti insieme”.Dagli intervenuti è emersa la sensazione di una visita che è stata percepita dalla gente come un bel segno di autentica vicinanza del Pastore al suo gregge, e ha fatto emergere in particolare alcune considerazioni:”Le attese sono state certamente soddisfatte; è vero non erano grandi attese; è stata un’esperienza gradevole, positiva.Uno stile di pastore apprezzato, e certamente sarà ricordato bene da chi ha avuto un contatto più diretto e personale.Certo è che la crescita dell’Unità pastorale è l’eredità più bella e provvidenziale: se non ci fosse stata la visita pastorale, forse non saremmo mai partiti. Le schede da compilare ci hanno portati a riflettere, a fotografare … e forse questo non lo avremmo fatto con altrettanta premura senza la visita.È il lascito più importante e più bello. Ora c’è un tempo di rodaggio, per riuscire a mantenere lo stile, le modalità acquisite … scoprendo sempre più l’Unità come qualcosa che può aiutarci e sostenerci”.E ancora: “Ci pare che il bisogno di confronto e formazione su settori specifici possa essere un buon terreno per costruire momenti di formazione e di preghiera con scambio di buone prassi: si tratta di mettere in rete esperienze e competenze per arricchire in settori specifici gli altri operatori pastorali della nostra Unità Pastorale”.Il periodo di preparazione è stato una spinta a prendere ulteriormente coscienza della necessità di incrementare il lavoro di progettazione comune in particolare per l’ambito catechistico, della pastorale giovanile e della pastorale famigliare.Il Vescovo ha auspicato che nel lavoro di progettazione dell’unità pastorale trovi uno spazio adeguato l’attenzione all’educazione alla fede degli adolescenti e dei giovani. “L’ascolto e la compagnia impegnano in una duplice direzione: da una parte chiedono di superare i confini abituali dell’azione pastorale, per esplorare i luoghi, anche i più impensati, dove i giovani vivono, si ritrovano, danno espressione alla propria originalità, dicono le loro attese e formulano i loro sogni; dall’altra esigono uno sforzo di personalizzazione, che faccia uscire ogni giovane dall’anonimato delle masse e lo faccia sentire persona ascoltata e accolta per se stessa, come un valore irripetibile” (Educare i giovani alla fede – Conferenza Episcopale Italiana, 1999). “Già in questo documento si diceva di andare dai giovani lì dove vivono! E noi purtroppo siamo ancora dentro le nostre strutture: anch’io mi domando come andare! Andiamo dove sono, e stiamo loro accanto!”.don Flavio Martin