Costume e Società
Padre Mariano, il frate che andò in televisione
Un sorridente "Pace e bene a tutti", così era solito iniziare il suo collegamento
Sarà proclamato beato padre Mariano, il popolare cappuccino che, tra gli anni cinquanta e sessanta, parlò di Gesù dal piccolo schermo. “Pace e bene a tutti”: con questo tipico saluto francescano, accompagnato da un largo sorriso che dava fiducia, entrava nelle case degli italiani ai tempi della tv in bianco e nero e del boom economico.Fu scelto per le sue straordinarie capacità comunicative come primo predicatore: scelta azzeccata; rinomato predicatore, il frate ebbe presto un alto indice di gradimento da parte dei telespettatori.Rivedendo a distanza di tempo e dopo il Concilio, parlava di Gesù in modo profondo ma anche semplice e coinvolgente come di una bella novità anche per la gente d’oggi. Oltre che predicatore, a Roma prestava servizio di cappellano in due ospedali dov’era stimato per la sua affabilità. Affollatissime erano le Messe domenicali in una parrocchia della capitale. Alla morte, i giornalisti scoprirono quanti amici il cappuccino avesse tra la gente comune.Quando padre Mariano fu chiamato in Rai, era il 1953. Un frate in tv non si era mai visto. La tv aveva iniziato a trasmettere da pochi mesi. Con quale ansia, timore e preoccupazione P. Mariano intraprese questa avventura, verrebbe da pensare. Ebbene, fu un impatto sicuramente positivo: le prime sperimentazioni delle trasmissioni televisive libere videro subito che il padre cappuccino era la figura giusta per entrare nelle case degli italiani. Quel frate cappuccino si muoveva davanti alle telecamere con una grande naturalezza, parlava in modo semplice, efficace e coinvolgente.Regista era il grande Turchetti; lo stesso di studio uno e degli sketch di Alighiero Noschese. P. Mariano decise la scenografia e le inquadrature. “Ci capimmo subito” dichiarò il regista, perché il frate già al naturale era telegenico e raccontava quello che realmente sentiva e viveva. Fu sempre il frate a decidere i titoli delle trasmissioni, da “Chi è Gesù” a “La posta di Padre Mariano”. Ogni volta si preparava con rigore, con le riprese da una sola telecamera (ricordate i Tg del tempo?), per cui non c’era possibilità di movimenti ma solo primi piani, e il frate sviluppava il tema con grande efficacia. Milioni di italiani aspettavano il martedì per sentire il frate della tv. Padre Mariano veniva dal mondo della scuola e riusciva sempre a captare l’attenzione dei telespettatori. Gli capitò anche di trattare temi difficili e controversi. Il frate si preparava accuratamente per tutta la settimana, per esser capito anche da spettatori di una modesta preparazione culturale, dimostrandosi ogni volta competente e onesto verso chi la pensava diversamente.Nato il 22 maggio 1906 a Torino, fin da giovane si sentì divorato da un fuoco interiore che lo portava a far conoscere Gesù. Scriverà: “Confesso che molte volte mi vien una voglia matta di percorrere tutto il mondo per avvicinare – se possibile – tutte le creature, per invitarle ad amare sempre più Dio. Il mio desiderio che sento bruciarmi la carne in modo incontenibile, è di fare completamente la volontà di Dio senza che le creature possano frapporvi ostacoli. A 21 anni si laureò in lettere all’università di Torino e per 13 anni fece l’insegnante di greco in diversi licei.