Le mosse di Francesco

La vista all'ambasciatore russo Avdeev, la telefonata a Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina (insieme in una foto si repertorio)

Papa Francesco ha chiamato Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina, nel tardo pomeriggio del 25 febbraio. Lo rende noto un comunicato del segretariato della Chiesa greco cattolica Ucraina. “Durante la telefonata, Papa Francesco si è interessato della situazione nella città di Kyiv e in generale in tutta l’Ucraina. Papa Francesco ha detto a Sua Beatitudine: ‘Farò tutto quello che posso’”. “Il Santo Padre si è anche informato sulla situazione dei vescovi e dei sacerdoti nelle zone più colpite dall’operazione militare russa e ha ringraziato la Chiesa greco-cattolica ucraina per la sua vicinanza al popolo ucraino. In particolare, il Papa ha lodato la scelta di rimanere tra la gente e a servizio dei più bisognosi, mettendo anche a disposizione i sotterranei della cattedrale greco-cattolica della Resurrezione di Kyiv per dare rifugio alle persone. Santo Padre ha assicurato Sua Beatitudine Sviatoslav della sua vicinanza, del suo sostegno e delle sue preghiere per la cara Ucraina. Alla fine del colloquio Santo Padre ha inviato la sua benedizione per il popolo ucraino sofferente”.

Il Papa si è pure recato in via  della Conciliazione, dove ha incontrato l’ambasciatore russo Alexander Avdeev, che ha riferito ai media russi che il Papa voleva sapere di persona circa la situazione in Donbass e Ucraina e ha manifestato tutta la sua preoccupazione per le condizioni della popolazione, esortando ad «avere cura dei bambini, i malati e tutti i sofferenti». Al momento non ci sono mediazioni ufficiali ma la Santa Sede è pronta a fare la sua parte. Francesco, che il 17 dicembre aveva parlato al telefono con Putin, dovrebbe incontrare il patriarca ortodosso di Mosca, Kirill prim adell’estate. Kirill ha diffuso una dichiarazione: “Esorto tutte le parti in conflitto a fare tutto il possibile per evitare vittime civili. Invito l’intera Chiesa ortodossa russa a offrire una speciale, fervente preghiera per il rapido ripristino della pace”.Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha spiegato che il tempo della diplomazia, nonostante tutto, non è finito: «C’è ancora tempo per la buona volontà, c’è ancora spazio per il negoziato, c’è ancora posto per l’esercizio di una saggezza che impedisca il prevalere degli interessi di parte, tuteli le legittime aspirazioni di ognuno e risparmi il mondo dalla follia e dagli orrori della guerra».