Domenica 13 novembre, commento di don Renato De Zan

Non lasciatevi ingannare, non andate dietro a loro, non vi terrorizzate

Lc 21,5-19 In quel tempo, 5 mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: 6 “Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta”. 7 Gli domandarono: “Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?”. 8 Rispose: “Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! 9 Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine”. 10 Poi diceva loro: “Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, 11 e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. 12 Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. 13 Avrete allora occasione di dare testimonianza. 14 Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15 io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 16 Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17 sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18 Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 19 Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”.

Il Testo

1. Il testo della formula evangelica (Lc 21,5-19) costituisce la prima parte del discorso escatologico di Gesù, secondo Luca (Lc 21,5-36). Alla pericope originale viene aggiunto l’incipit (“In quel tempo”) ed esplicitato il mittente (“Gesù”). La formula è cadenzata in tre parti. La prima (Lc 21,5-6) comprende la profezia di Gesù sulla distruzione del tempio. La seconda (Lc 21,7) presenta la domanda dei discepoli circa il “quando” e quale sarà il “segno” anticipatore. La terza parte (Lc 21,8-18) comprende un frammento della risposta di Gesù cadenzata in tre riprese. La prima ripresa (Lc 21,8-9) è caratterizzata da tre imperativi (“Badate di non lasciarvi ingannare”; “Non andate dietro a loro”; “Non vi terrorizzate”). Nella seconda (Lc 21,10-11) Gesù elenca in modo sintetico gli avvenimenti negativi che, però non indicano ancora la fine. La terza ripresa (Lc 21,12-18) illustra ciò che accadrà prima della fine: la persecuzione dei discepoli di Gesù. Conclude una profezia sulla salvezza (v. 19).

2. I versetti sulla persecuzione (Lc 21,12-18) sono caratterizzati dall’espressione “a causa del mio nome” (vv. 12.17). Questa espressione prima (v. 12) presenta i luoghi in cui la persecuzione condurrà i credenti, mentre poi presenta chi sarebbero i delatori dei credenti (vv. 16-17). In mezzo (vv. 13-15) si trova un ordine che è una consolazione: il credente processato non prepari le risposte perché il Maestro donerà la sapienza necessaria per formularle

L’Esegesi

1. Gesù non risponde alla curiosità dei discepoli, ma articola la risposta in tre raccomandazioni e in due profezie. La prima raccomandazione è “non lasciatevi ingannare”. L’inganno può venire da due fonti. La prima fonte sono i falsi messia (“Sono io”). Persone, sistemi di pensiero, sistemi economico-politici e quant’altro si sono sempre proposti come il “messia-salvatore” del momento. La seconda fonte d’inganno è la falsa profezia (“Il tempo è vicino”). Gesù non ha voluto rivelare il tempo della fine: “Quanto a quel giorno e a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli del cielo né il Figlio, ma solo il Padre” (Mt 24,36). Non lasciatevi ingannare.

2. La seconda raccomandazione è “Non andate dietro a loro”. L’espressione “andare dietro” significa scegliere di essere discepoli. Il cristiano è discepolo di Gesù e non può essere discepolo di altri messia o di falsi profeti. La terza raccomandazione, infine, è “non vi terrorizzate”. Qualunque cosa succeda il cristiano sa di essere in mano a Dio.

2. La prima profezia riguarda la persecuzione prima della fine. Gesù aveva detto ai suoi discepoli: “Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Gv 15,20). La persecuzione, materiale o psicologica che sia, è qualche cosa di tremendo. L’Apocalisse però dice al cristiano che alla fine non prevarrà il persecutore, ma il perseguitato. Infine, la seconda profezia “Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”. La perseveranza del credente equivale a mantenersi fedele a Cristo lungo il tempo e nelle vicissitudini che esso comporta. Dio non pone la fine al mondo anche adesso perché gli uomini abbiano il tempo di convertirsi (cfr 2Pt 3,15).

Il Contesto Celebrativo

1. Il testo biblico della prima lettura, un brano di Malachia (Ml 3,19-20a), ha il suo fulcro nell’espressione “Per voi, cultori del mio nome, sorgerà il sole”. I cultori del nome di Dio sono coloro che ascoltano la sua Parola, Gli ubbidiscono e compongono la comunità che prega.

2. Nella petizione della Colletta propria la conclusione del testo evangelico diventa preghiera: “Fa’ che attraverso le vicende, lieti e tristi di questo mondo teniamo fissa la speranza del tuo regno, certi che nella nostra pazienza possederemo la vita”.