Commento al Vangelo
6 gennaio, Epifania del Signore, commento di don Renato De Zan
"Siamo venuti ad adorarlo": dall'Oriente a Betlemme i Magi inseguirono la stella
06.01.2022. Epifania
Mt 2,1-12
Tematica liturgica
1. La liturgia associa Is 60,1-6 (prima lettura) ed Ef 3,2-3a.5-6 (seconda lettura) a Mt 2,1-12. Questa scelta invita a vedere nei Magi i rappresentati di tutti i popoli. Costoro – secondo Isaia – nel tempo escatologico si dirigeranno verso Geriusalemme per riconoscere il Dio unico e proclamarne le opere salvifiche (prima lettura). Tutti i popoli, inoltre, – secondo la teologia di Paolo – sono chiamati alla stessa eredità promessa da Dio al suo primo popolo, Israele.
2. I Magi sono giunti a Gesù attraverso la stella, la Parola e la storia. Sono tre realtà alla portata di qualunque persona. La stella simboleggia tutta la natura e la natura è una realtà che, se rettamente compresa, porta a Dio. Nella lettera ai Romani, Paolo, rifacendosi al libro della Sapienza (Sap 13, 1-5) affermava che “le sue (= di Dio) perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute” (Rm 1,20).
3. La Parola ha offerto ai Magi l’informazione che cercavano: Betlemme. I capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, pur conoscendo la Parola, non si sono lasciati coinvolgere. I Magi, sì. Per questo motivo il Magi incontrarono Gesù, mentre Erode, i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, no. Per incontrare e capire la persona di Gesù, la Parola è essenziale. Ai discepoli di Emmaus Gesù “cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui” (Lc 24,27). Detto in termini più semplici con san Girolamo: ignorare le Scrittura significa ignorare Cristo.
4. La storia vista dal punto di osservazione umile delle singole persone, può apparire povera e semplice realtà quotidiana. Eppure nella quotidianità degli eventi Dio parla. Cosa c’è di più normale di un bambino e di sua madre? Eppure i Magi hanno saputo vedere, guidati dalla stella e dalla Parola, il mistero che stavano cercando.
Dimensione letteraria
1. Il vangelo dell’infanzia secondo Matteo è un testo composto da tre elementi letterari: una genealogia, 3 medaglioni costruiti allo stesso modo (situazione delicata: 1,18-19; 2,1a; 2,19a; apparizione angelica a Giuseppe: 1,20; 2,13b; 2,19b; citazione veterotestamentaria di adempimento: 1,22-23; 2,15b; 2,23b; esecuzione dell’oridne divino: 1,24-25; 2,14-15a; 2,21-23) e del materiale letterario riguardante Erode (Mt 2,1b-12 eMt 2,15b-18). Il testo evangelico odierno (Mt 2,1-12) è tratto dal materiale riguardante Erode.
2. Il testo biblico del vangelo (Mt 2,1-12) e il testo biblico-liturgico sono uguali. Il testo è strutturato in modo complesso e, teologicamente, molto ricco. Volendo semplificare, possiamo dire che il testo è a struttura concentrica: nelle parti estreme ci sono i magi che arrivano da oriente (v. 1) e il magi che fanno ritorno al loro paese (v. 12). Al secondo e al penultimo posto c’è la stella, il verbo “spuntare” (v. 2 / v. 9) e il verbo “adorare” (v. 2 / v.11). Al centro (vv. 3-8) c’è la citazione biblica che indica Betlemme (v. 5 / v. 8) come luogo della nascita.
Riflessione liturgico-biblica
1. Da Giuseppe Flavio sappiamo che Erode morì dopo una eclisse di luna (tra il 12 e il 13 marzo del 750 dalla fondazione di Roma, il nostro 4 a. C.). L’episodio dei Magi, avvenuto poco prima della morte di Erode e, quindi, verso il 4 a.C., va collocato circa due dopo la nascita di Gesù: Erode “mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi”. La nascita di Gesù, dunque, si colloca verso il 6 a.C.
2. Ai tempi di Gesù si conoscevano magi-scienziati e magi-cirlattani. I magi del vangelo sono magi-scienziati e provenivano – secondo Clemente d’Alessandria – dalla Persia o dalla Siria. Il testo biblico dice semplicemente “alcuni Magi vennero da oriente”. Non è detto che fossero tre, ma solo “alcuni” e non è detto che fossero “re”. L’espressione i “tre re magi” e i loro nomi (Melchiorre, Gaspare e Baldassarre) provengono dai vangeli apocrifi.