Commento al Vangelo
Domenica 15 agosto, Assunta in cielo, commento di Renato De Zan
Maria è già risorta, noi attendiamo nella speranza
Lc 1,39-56
Tematica liturgica
1. Gregorio di Tours (morto nel 594) è il primo padre in Occidente che parli esplicitamente dell’Assunzione di Maria. In Oriente, invece, le prime testimonianze risalgono a Efrem il Siro ( morto nel 373) e al suo contemporaneo Timoteo di Gerusalemme. Poco dopo esprimerà la stessa fede Epifanio di Salamina (morto nel 403). A Gerusalemme nel sec. VI c’erano già da tempo tre elementi legati alla figura di Maria: una chiesa dedicata alla Santissima Vergine Maria; una tradizione che voleva il suo sepolcro vicino al Monte degli Ulivi; il 15 Agosto come data del transito di Maria dalla terra al cielo (forse era la data della consacrazione della chiesa dedicata alla Santissima Vergine Maria).
2. La solennità dell’Assunta era celebrata a Roma già da Sergio I (sec. VII) con il nome di “Dormitio Mariae”. La festa liturgica non venne mai intesa come semplice memoria della morte di Maria. La Colletta, infatti, pregava così: “Per noi, Signore, è veneranda la festività di questo giorno in cui la santa genitrice di Dio si è sottoposta alla morte temporale, senza tuttavia che potesse venire sottomessa alle conseguenze della morte stessa; essa, infatti, dal suo grembo ha partorito tuo Figlio, il Signore nostro incarnato”.
3. Pio XII, nel 1950, proclamò il dogma dell’Assunzione di Maria e il Concilio Vaticano II, nel 1964, afferma nella costituzione “Lumen Gentium”, 8: Maria è “già glorificata in cielo nel corpo e nell’anima”, “brilla quaggiù sulla terra come segno di sicura speranza e di consolazione per il Popolo di Dio in cammino, fino a quando verrà il giorno del Signore (cf 2 Pt 3,10)”. Maria Assunta in cielo è la prima cristiana risorta. Noi la seguiremo.
4. A questa ricchezza che la Tradizione della Chiesa ci dona, Giovanni Paolo II ha voluto aggiungere una sua riflessione: Maria – come il suo Figlio – ha esperimentato, prima, l’amarezza della morte e, poi – come suo Figlio -, la gloria di tutta la sua persona portata in cielo.
Dimensione letteraria
1. La Liturgia del Concilio ha scelto di celebrare il mistero dell’Assunzione con due celebrazioni. Nella messa della vigilia troviamo il testo evangelico di Lc 11,27-28 (Gesù proclama la beatitudine di chi ascolta e osserva la Parola). Si tratta dello stesso vangelo voluto da Pio XII per la Messa dell’Assunta, dogma mariano che egli proclamò con definizione infallibile (“Munificentissimus Deus”) il 1° novembre del 1950.
2. Nella Messa del giorno, invece, la Liturgia legge un secondo testo evangelico: Lc 1,39-56. Si tratta del brano che narra la visita di Maria a Elisabetta e che riporta il Magnificat, canto gioioso e carico di riconoscenza per le cose meravigliose che Dio ha compiuto in Maria per la salvezza dell’uomo.
Riflessione biblico-liturgica
1. Nella Messa della vigilia, il testo evangelico di Lc 11,27-28 non ha la contrapposizione tra maternità (proclamata dalla donna delle folla) e ascolto obbedienziale della Parola. Bene l’una, migliore l’altra. Gesù apprezza più il legame che Maria ha con la Parola e con Dio piuttosto che la sola e isolata esperienza di pura maternità carnale, anche se messianica.
2. Nella Messa del giorno, il testo evangelico di Lc 1,39-56 narra la visita di Maria a Elisabetta e riporta il Magnificat, canto gioioso e carico di riconoscenza per le cose meravigliose che Dio compie per la salvezza dell’uomo. Maria, su indicazione dell’angelo, verifica il segno donatole da Dio (la parente, sterile, incinta al sesto mese!). Nel Magnificat Maria esprime la propria gioia riconoscente e quella della Chiesa. Come Maria anche la Chiesa ha il compito di rendere “storico e esperimentabile” agli uomini Colui che i cieli dei cieli non possono contenere.