Commento al Vangelo
Domenica 7 luglio, commento di don Renato De Zan
"In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due… Diceva loro: "La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai!"
Lc 10,1-12.17-20 (forma riassunta)In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due… Diceva loro: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!… In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”… Restate in quella casa… Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”… I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: “Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome”. Egli disse loro: “Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”.
Tematica liturgicaLa missione non è solo compito dei sacerdoti. Se fosse così, Gesù avrebbe mandato solo i dodici e non anche i settantadue. La missione è di tutti, ognuno secondo il proprio carisma. La missione è andare incontro a tutte le persone, buone o cattive che siano (“Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi”). Il Trito-Isaia aveva ricevuto da Dio il compito di sostenere gli ebrei nella ricostruzione del tempio e della città di Gerusalemme, dopo il ritorno dall’esilio di Babilonia. Egli aveva la missione di donare forza e speranza. Per questo motivo annuncia: “Ecco, io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la pace; come un torrente in piena, la gloria delle genti…..Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò; a Gerusalemme sarete consolati” (prima lettura Is 66,10-14c). Ogni cristiano, consacrato o laico, riceve da Dio il compito di annunciare il Regno di Dio. Ognuno a suo modo. Ci sono, tuttavia, dei denominatori comuni. La missione comporta sempre, un atteggiamento dove la macchina organizzativa non è la priorità (“non portate borsa, né sacca, né sandali”). L’aggressività della proposta cristiana è esclusa (“Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi”). Gesù, infatti, aveva dato l’esempio in modo chiaro: il cristianesimo è una proposta. Al giovane ricco, infatti, Gesù disse: “Se vuoi …., vieni! Seguimi!” (Mt 19,21). Infine, Gesù indica il modo con cui presentare il Regno: il Regno è “shalom” (= realizzazione della singola persona all’interno della realizzazione di una comunità). Di fronte al rifiuto della proposta, infine, Gesù non insegna la reazione rabbiosa che lancia strali. Suggerisce un dato semplice: tu, discepolo, hai fatto il tuo dovere e non hai niente da rimproverarti se le persone hanno rifiutato il messaggio del Regno (= “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il Regno di Dio è vicino”). Ogni volta che il Regno viene annunciato nei mille modi con cui lo Spirito suggerisce ad ogni credente, il Male intelligente, cioè Satana e i demòni, subisce una sconfitta. Gesù conclude che i nomi degli annunciatori “sono scritti nei cieli”.
Dimensione letterariaIl testo evangelico di Lc 10,1-20 incomincia con l’espressione “Dopo questi fatti”. La Liturgia sostituisce l’espressione con il più generico “In quel tempo”. La Liturgia, poi, sopprime alcuni versetti (Lc 10,13-16) che esprimono il giudizio escatologico e negativo sulle città – Corazin, Betzaida, Cafarnao – che rifiutano il messaggio di Gesù e propone come vangelo Lc 10,1-12.17-20. La Liturgia, infine, propone una lettura breve del vangelo (Lc 10,1-9). La forma breve evidenzia il lato positivo della missione. La forma lunga presenta la missione dei settantadue e il loro ritorno, con tutto ciò che la missione comporta (rifiuto dei missionari compreso). Il testo breve, poi, ha una certa difficoltà ad entrare tematicamente in modo armonico con la prima lettura.
Riflessione esegetico-liturgicaa. “La mano del Signore si farà conoscere ai suoi servi”. Con queste parole di speranza si chiude la prima lettura. . Si tratta della speranza che sa vedere negli umili segni del presente il futuro grande e gioioso che Dio sta costruendo per l’umanità.b. In diversi manoscritti i discepoli sono settantadue, in altri sono settanta. Questa incertezza testuale si trova anche in Gen 10 dove i popoli sono settantadue in alcuni manoscritti, mentre in altri sono settanta. Questo dato, che lega Lc 10 a Gen 10, invita a leggere l’invio dei discepoli da parte di Gesù come una apertura della missione verso tutte le genti.c. La missione di Gesù è prima di ogni altra cosa un atto di fede e non il progetto di un’azienda dove prima di tutto contano tattiche e strategie per ottenere un profitto.d. La missione, infatti, ha queste caratteristiche: nasce dalla preghiera (“Pregate dunque il padrone della messe…”), si realizza senza grandi mezzi (grandezza e fragilità della parola) , si manifesta come una proposta, offre la realizzazione del singolo e del gruppo secondo il progetto di Dio e si concretizza in un cammino (“Andate !”).