Rallegratevi il Signore è vicino

Nel cammino spirituale dell’Avvento la Liturgia pone il tema della gioia ricordando che il Maestro, nell’ultima cena, prima di affrontare la sua morte, lasciò ai suoi discepoli un messaggio di gioia profonda: "Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena".

Lc 3,10-18In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: “Che cosa dobbiamo fare?”. Rispondeva loro: “Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”. Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: “Maestro, che cosa dobbiamo fare?”. Ed egli disse loro: “Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato”. Lo interrogavano anche alcuni soldati: “E noi che dobbiamo fare?”. Rispose: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe”. Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile”. Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

Tematica liturgicaNel cammino spirituale dell’Avvento la Liturgia pone il tema della gioia ricordando che il Maestro, nell’ultima cena, prima di affrontare la sua morte, lasciò ai suoi discepoli un messaggio di gioia profonda: “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15,11). La terza domenica di Avvento viene chiamata dai liturgisti domenica “Gaudete” (= Rallegratevi). Già l’antifona d’ingresso invita l’assembla alla gioia (“Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino”). Nella prima lettura lettura (Sf 3,14-18a) il profeta annuncia la gioia della liberazione dalla paura per il giorno del Signore: “Gioisci, figlia di Sion, esulta Israele, e rallegrati…Il Signore…esulterà di gioia per te…”. Paolo, nella 2° lettura (Fil 4,4-7) così invita i cristiani: “Fratelli, rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi”. La Liturgia con delicatezza sta virando verso la memoria dell’Incarnazione. Il tema della venuta di Gesù, infatti, è collocato sul doppio binario: dell’anamnesi della storia della salvezza (celebrazione dell’avvenimento accaduto, cioè l’Incarnazione) e dell’attesa escatologica (la futura Parusia). Precisamente nella Colletta generale, viene presentata l’attesa ricca di fede per “il natale del Signore” (anamnesi), mentre nella seconda lettura (Fil 4,4-7) si accenna alla parusia (cf: “Il Signore è vicino”: v. 5b). Come prepararsi ad accogliere il Signore, sia nell’anamnesi del suo Natale, sia nella speranza della sua Parusia? A questo risponde il testo evangelico di Lc 3,10-18. Il Battista viene presentato come guida e accompagnatore della comunità. Egli compie tre proposte molto forti come atteggiamento di accoglienza del Signore: la condivisione con i bisognosi (“Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”), la giustizia senza sotterfugi (“Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato”) e il rifiuto della metodologia della violenza (“Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe”).

Dimensione letterariaIl testo biblico e il testo biblico liturgico del vangelo (Lc 3,10-18) sono uguali (salvo l’incipit liturgico: “In quel tempo”). Il brano di Lc 3,10-18 è composto da due pericopi ed è scandito dal tema della domanda e della risposta. Le folle interrogano Giovanni (Lc 3,10), i pubblicani chiedono (Lc 3,12), i soldati lo interrogano (Lc 3,14) e il popolo si interroga (Lc 3,15). Giovanni, a sua volta, risponde alle folle (Lc 3,10), dice ai pubblicani (Lc 3,13), risponde ai soldati (Lc 3,14) e risponde a tutti (Lc 3,16).Sotto il profilo della genesi letteraria, alcuni studiosi pensano che Lc 3,10-14 possa essere una sintesi di catechesi catecumenale praticata nella comunità di Luca. Un credente, infatti, può dirsi incamminato sulla via della conversione quando accetta la condivisione con chi ha meno, il principio della giustizia e il rifiuto della mentalità del sotterfugio.

Riflessione biblico-liturgicaa. Nel libro del profeta Malachia (Ml 3) compaiono i tre grandi temi: il messaggero divino (“io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me”), l’alleanza (“l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, ecco viene, dice il Signore degli eserciti”) e il giorno grande e terribile (“Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore”). Il Battista adempie le profezie veterotestamentarie. Il primo e il secondo tema sono immediatamente comprensibili. Il terzo, l’alleanza, si nasconde dietro alla domanda (Che cosa dobbiamo fare?). È l’atteggiamento del popolo all’alleanza del Sinai (“Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!”: Es 19,8). b. La tipologia dei richiedenti (folle, pubblicani, soldati) rappresenta i “piccoli” secondo il vangelo: quelli che Dio ama e che il “mondo”, religioso e non, disprezza. Il Battista si rivolge a loro, rifiutando di emettere sentenze sullo stato di vita, ma facendo perno sulla crescita interiore. Nessuno porta in sé il timbro della condanna senza appello per la sua storia e situazione personale. In ogni situazione c’è lo spazio per non scoraggiarsi e per accogliere con gioia le proposte di Dio.