8xmille
Caritas: Comunità alloggio e Locanda grazie ai fondi 8xmille
Con una firma aiuta chi non ha casa, offri una notte al sicuro e una cena calda. Anche a Pordenone, grazie ai progetti della Caritas diocesana (nella foto La Locanda e gli ospiti)
Una delle emergenze più segnalate da chi si è rivolto al Centro di Ascolto durante il 2023 è il problema della casa, che conferma l’impegno della Caritas diocesana sul tema del disagio abitativo e della grave marginalità. Su questo fronte lavorano gli operatori e i volontari che seguono il progetto La comunità e la dimora, finanziato dai fondi dell’8×1000, per sviluppare un sistema di risposte diversificate sulla grave marginalità e povertà sociale.Si sostengono con i fondi dell’8×1000 percorsi di integrazione abitativa di diversa natura per singoli individui e famiglie in condizioni di vulnerabilità: dall’Asilo notturno all’accoglienza stabile del modello housing first, dagli alloggi temporanei di Casa Madonna Pellegrina alle esperienze di accoglienza presso alcune parrocchie. Si tratta di attività che, accanto alla presenza di operatori qualificati, hanno visto la partecipazione attiva del volontariato.L’Asilo notturno La Locanda ha dato una risposta alla grave emarginazione adulta, garantendo l’accoglienza, durante l’anno passato, a 49 persone: gli italiani sono stati 9, gli stranieri 40, tra i quali quella pakistana è stata la nazionalità più rappresentata (12 persone). In genere le situazioni dei beneficiari erano complesse, ed era difficile prospettare soluzioni alternative, perciò la permanenza nel dormitorio si è protratta per lungo tempo. Le problematiche delle persone erano di natura psicologica, di salute in generale, di uso di sostanze, sulle quali è stata necessaria non solo la sinergia con i Servizi Sociali, ma soprattutto con quelli sanitari. Per gli operatori i volontari sono stati un supporto indispensabile, contribuendo in modo significativo a creare un clima accogliente e famigliare: sono un gruppo che è cresciuto molto nel senso di appartenenza, consapevolezza, competenza e responsabilità, partecipando attivamente alla vita della struttura e alle riunioni periodiche di supervisione e coordinamento, con spirito propositivo e capaci di coinvolgere, insieme agli operatori, gli stessi ospiti nella progettazione e nella realizzazione delle attività.Altra esperienza di accoglienza è la messa a disposizione degli alloggi di Casa Madonna Pellegrina, che hanno ospitato 6 famiglie e 4 nuclei con donne e figli, per un totale di 33 persone, di cui 17 minori: tale accoglienza ha mediamente una durata elevata, considerata la difficoltà di trovare soluzioni abitative sostenibili sul mercato delle locazioni.Per i minori dai 6 ai 16 anni la Caritas diocesana e la Cooperativa sociale Nuovi Vicini hanno organizzato il doposcuola Piccoli Tesori, per seguire nei compiti i bambini e i ragazzi, per animare con giochi e attività varie i pomeriggi di questi minori, con l’obiettivo di superare il senso di isolamento e rafforzare l’autostima, integrando la formazione con attività didattiche e ludiche. Lo spazio di Casa Madonna Pellegrina, con due stanze dedicate ai pomeriggi di studio e un parco per le attività ricreative, ha permesso ai minori di ritrovarsi almeno due volte alla settimana in un luogo sereno e adeguato alle loro esigenze.Altra esperienza significativa dello scorso anno è stata il rifugio notturno per far fronte all’emergenza freddo, da gennaio a metà aprile. Questo intervento è stato realizzato quando la Locanda non aveva più posti disponibili, nei locali dell’ex asilo della parrocchia di San Pietro a Sclavons, a Cordenons, dove sono state allestite tre camerate, arredate con la collaborazione del Comitato di Pordenone della Croce Rossa. È stato allestito anche un container nel cortile della scuola, per consentire agli ospiti di fare la doccia. Questo alleggio è arrivato ad ospitare 23 persone alla volta, arrivate qui tramite il passa parola, oppure inviate dai Servizi Sociali o dalle forze dell’ordine, passando di solito attraverso la valutazione del Centro di Ascolto diocesano, della Croce Rossa, degli operatori del progetto e dei volontari individuati dalla Caritas diocesana, con il supporto della Pastorale Giovanile. Gli ospiti che si sono alternati sono stati una trentina di persone, in genere giovani, in prevalenza stranieri, alcuni provenienti dalla rotta balcanica, di nazionalità pakistana o afghana, ma non solo. Conclusa l’esperienza del progetto La Comunità e La dimora, e consolidata l’attività dei servizi avviati e sostenuti dalla stessa, da quest’anno l’impegno sostenuto dall’8xmille si sposterà maggiormente sul versante del disagio abitativo dei giovani e su quello della grave marginalità con il sostegno alle attività diurna delle persone senza dimora.Martina Ghersetti