Pordenone calcio, Lovisa: “E’ necessario fare di tutto per riprendere il campionato”

Il patron neroverde: “Fa niente se dovesse esserci pochissimo tempo per uno stop. Si tratta di un caso eccezionale per tutti, si può fare un sacrificio”

Si riparte o non si riparte? Questo è il problema. Il dubbio, amletico, riguarda il calcio italiano, la serie A soprattutto ma anche la serie B, in cui da quest’anno milita il Pordenone. Si naviga a vista, tra il Ministro per le politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora che vuole proporre il blocco anche degli allenamenti per tutto il mese di aprile e il presidente della Figc Gabriele Gravina che spinge per finire l’attuale stagione senza intaccare la prossima. In ballo, difatti, ci sono i proventi derivanti dai diritti tv e la sostenibilità dell’intero sistema.

In questa situazione i club non possono che stare alla finestra e il Pordenone si adegua, facendo proseguire l’attività tramite allenamenti individuali. I preparatori atletici Ivano Tito e Tommaso Zentilin non fanno altro che aggiornare settimanalmente le tabelle da consegnare ai giocatori: da oggi sino a sabato il volume di lavoro sarà maggiore rispetto a quello di pochi giorni fa, se non altro perché si ragiona come se il campionato dovesse riprendere. Nel dubbio, meglio fare così. Stefani e compagni si alterneranno tra sedute legate allo sviluppo della forza e al mantenimento della resistenza aerobica e anaerobica: sotto il profilo della corsa, non sono previsti lavori lunghi, se non altro perché – in ossequio al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri – non ci si può spostare da casa per più di 200 metri.

Non è una situazione facile e la speranza del Pordenone è di ripartire e di chiudere la stagione, anche ad agosto. E’ convinto di questo il presidente Mauro Lovisa, per cui “è necessario fare di tutto per riprendere il campionato – ha detto – Non vedo dove sia il problema se dovessimo ricominciare a giugno, finire ad agosto e ripartire poco dopo per il campionato 2020-2021. Invece di allenarsi, i calciatori giocano e fa niente se dovesse esserci pochissimo tempo per uno stop. Si tratta di un caso eccezionale per tutti, si può fare un sacrificio”. Il mese di aprile sarà decisivo in questo senso.