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Pordenone, Giornate del cinema muto, grande chiusura sabato 11 ottobre
Buster forever. Come per la preapertura, spetta ancora a Buster Keaton la chiusura ufficiale della 44.ma edizione delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone, sabato 11 ottobre alle 21 al Teatro Verdi di Pordenone con Our Hospitality (Accidenti… che ospitalità!) del 1923, il suo primo lungometraggio e quello che apre il periodo d’oro dell’artista. Domenica 12 ottobre alle 16.30 la replica in collaborazione con il Teatro Verdi.
Appena ventottenne, con questo film Keaton compie una svolta molto coraggiosa, con un prologo drammatico di nove minuti dal quale si sviluppa una trama ricca di toni romantici e lirici. Keaton indicò Our Hospitality come uno dei suoi preferiti, forse anche per motivi personali perché fu l’ultimo film in cui comparve il suo vecchio amico e collega già dai tempi del vaudeville, “Big Joe Roberts” che morì poco dopo. Un’altra caratteristica di Our Hospitality, che non si sarebbe ripetuta, è la presenza nel cast di alcuni membri della famiglia di Buster: il padre Joe, il figlio di appena 14 mesi, Joseph Keaton jr., e la moglie Natalie Talmadge con cui si era sposato da poco. Fu l’ultima volta che lei apparve accanto al marito e la scena in cui Buster la corteggia è una delle più romantiche mai girate da Keaton. L’accompagnamento musicale di Our Hospitality è affidato alla Orchestra of the Imaginary di Ljubljana diretta da Andrej Goričar, anche autore della partitura. Scelta molto significativa nell’anno di GO!2025, Nova Gorica-Gorizia Capitale Europea della Cultura.
Sabato 11 ottobre le proiezioni della mattina si svolgono a Cinemazero perché il Teatro Verdi è impegnato con le prove orchestrali per il film di chiusura. Alle 9 la proiezione di The Scarlet Drop (1918) di John Ford, uno dei western muti del regista di Ombre Rosse, considerato a lungo perduto e ritrovato miracolosamente in Cile.
Incerta è l’ambientazione genovese de La gerla di papà Martin di Mario Bonnard del 1923 (ore 10.30), inserito tra i film sulla Liguria. Rispetto al lavoro precedente, la trasposizione cinematografica dei Promessi Sposi, Bonnard opta qui per un dramma popolare più intimo, senza divi di richiamo, in alcuni casi giovani che diventeranno nomi importanti nella storia del cinema italiano; come Giuseppe Amato, produttore di Umberto D e La dolce vita, e Enzo Biliotti, uno dei caratteristi più richiesti fino agli anni ’60.
L’ultimo film della rassegna sul cinema per ragazzi ucraino, in programma a Cinemazero alle 12, è Congratulazioni per la promozione, del 1932, di Yivha Hryhorovych, una pioneristica figura di regista donna che affronta il tema dell’istruzione scolastica in un periodo in cui la linea del partito in materia era soggetta a continue modifiche.
Le proiezioni riprendono alle 14 al Teatro Verdi con i corti delle origini e della collezione Guerra Zacarias provenienti dalla Cineteca Nazionale del Messico. Grazie ad accurati restauri, questi film mettono in risalto l’intera gamma cromatica dei vari processi di colorazione utilizzati nel periodo del cinema muto.
Alle 15.15 irrompono sullo schermo i monelli di Chaplin, vale a dire i bambini che lo hanno affiancato (il posto d’onore spetta naturalmente a Jackie Coogan) o che lo hanno imitato. Coogan fu il più popolare divo bambino degli anni ’20, legato indissolubilmente a Chaplin che lo lanciò in The Kid (Il monello). Nello stesso anno la piccola star recitò in My Boy, in programma alle Giornate, nel quale risalta ancora la stupefacente capacità espressiva della piccola star, capace di passare con naturalezza dal comico al drammatico.
Italia Almirante Manzini si congeda alle 17.15 con L’ombra (1923), con la regia di Mario Almirante. È un melodramma atipico perché inserisce temi moralmente problematici, il tradimento in amore e nell’amicizia, la malattia, la nascita di un bambino da una relazione extraconiugale. Per l’attrice il personaggio de L’ombra era il preferito tra tutti quelli da lei interpretati al cinema.
Le Giornate del Cinema Muto salutano il pubblico con i due simboli di quell’epoca gloriosa. Infatti, prima della proiezione del film di Buster Keaton, rivediamo Chaplin in gita a Venezia e Torcello in compagnia della moglie Oona. L’anno è il 1959, il tempo è passato, ma la grazia e il sorriso di Chaplin sono sempre segno di conforto e speranza in un mondo migliore.
Ultimo appuntamento anche con le Giornate on line, con un doppio spettacolo, dalle 17 e dalle 21, entrambi disponibili per le successive 48 ore. La prima proposta è un giro intorno al mondo che ci porta dall’Aleppo del 1916 con il cortometraggio Aleppo; a Rio de Janeiro nel 1931 con La capitale du Brésil; quindi a Kharkiv alla fine degli anni ’20con Scene di una città sovietica di Dmytro Dalskyi. L’accompagnamento musicale è di Mauro Colombis. L’ultimo appuntamento è all’insegna della grande commedia americana: Soldier Man (1928) di Harry Edwards, con Harry Langdon precede Are Parents People? (1925) di Malcom St. Clair, accompagnati rispettivamente da Mauro Colombis e Neil Brand.https://www.mymovies.it/ondemand/giornate-cinema-muto/
