Giornate del Cinema muto: programma di domenica 5 ottobre

Charlie Chaplin, Max Linder (1920) Credit: © Roy Export Co. Ltd., Paris

Dopo l’apertura nel pomeriggio di sabato 4 ottobre, le Giornate del Cinema Muto propongono da domenica 5 fino a sabato 11 ottobre, dal mattino alla tarda serata, una fitta rete di proiezioni accompagnate dal vivo.

Fra i tanti titoli di domenica, impossibile non dare la precedenza a Der müde Tod (Il signore delle tenebre, 1921) di Fritz Lang, il regista che secondo Jean-Luc Godard (che lo volle come attore nel suo film Il disprezzo) è il simbolo stesso del cinema. Der müde Tod, alle21.15 al Teatro Verdi di Pordenone, commentato dal vivo con la musica di Ilya Poletaev,è il primo successo internazionale di Lang, sceneggiato con Thea von Harbou che scrisse con lui tutti i film degli anni Venti, Metropolis compreso. Il loro non fu soltanto un sodalizio artistico ma anche sentimentale e si sposarono nel 1922; con l’avvento del nazismo e l’adesione di Von Harbou al regime, la spaccatura ideologica tra i due portò al divorzio e, dal 1933, all’esilio di Lang, prima in Francia e poi negli Stati Uniti.

Der müde Tod, che nei paesi anglofoni ebbe il titolo di Destiny e in Francia Les trois lumières, è un capitolo fondamentale del romanticismo espressionista della Repubblica di Weimar e del gusto per la pittura rinascimentale del regista. Costruito con una perfetta struttura narrativa a incastri, il film si avvale di contributi tecnici di prim’ordine per le scenografie, i costumi e la fotografia, nonché per la scelta dell’imponente cast in cui spicca Bernhard Goetzke, nel ruolo della Morte. La storia è quella di una giovane che vuole strappare il fidanzato al “Signore delle tenebre”; alla ragazza vengono accordate tre possibilità, se riuscirà a salvare una sola vita le sarà concesso di riunirsi all’uomo che ama. Gli scenari, chiamati “luci”, sono diversi nel tempo e nello spazio: il primo episodio ci porta in un paese islamico nel mese sacro del Ramadan, il secondo a Venezia durante il Carnevale, il terzo nella Cina imperiale. Queste scelte di ambientazione sono indicative di un’attrazione di Lang per l’esotico, nata negli anni giovanili con la lettura di romanzi avventurosi e con diversi viaggi in paesi asiatici e nordafricani. All’uscita, Der müde Tod destò una fortissima impressione su due giovani registi destinati a un grande avvenire, Alfred Hitchcock e Luis Buñuel il quale dichiarò che fu proprio la visione di questo film a spingerlo verso il cinema e la regia. Fa una certa impressione che Der müde Tod, il cui tema principale è il destino (come in tutta la filmografia di Lang), abbia avuto un’importanza del tutto imprevista nella vita di colei che l’aveva scritto. Dopo aver scontato una detenzione per la sua adesione al nazismo, Thea von Harbou tornò ad occuparsi di cinema e in occasione della proiezione del film nell’ambito di un omaggio che le fu dedicato dal Festival di Berlino nel 1954, all’uscita dalla sala cadde rovinosamente riportando gravissime lesioni che ne causarono la morte.

Alle 14.30 di domenica 5 ottobre l’appuntamento da non mancare è con uno degli eventi speciali delle Giornate 2025 dedicato ai film giapponesi su carta; una produzione che si sviluppò negli anni Trenta del secolo scorso, più economica rispetto alla celluloide e del tutto in linea con la lunga tradizione artigianale giapponese legata alla carta. Gli argomenti sono molto eterogenei: film d’animazione, film girati dal vero, film di carattere documentario, antropologico, didattico, di propaganda, importazioni hollywoodiane ed europee. Dopo le distruzioni della seconda guerra mondiale, la maggior parte delle copie dei film su carta andò perduta e a Pordenone viene presentata, per la prima volta in Europa, una selezione di film digitalizzati grazie all’iniziativa del professor Eric Faden della Bucknell University (Pennsylvania) che ha dato vita al Japanese Paper Film Project. In qualche caso c’è una colonna sonora sincronizzata, in altri il commento musicale è dal vivo ed è affidato al Duo Yumeno composto da Yoko Reikano Kimura al koto e Hikaru Tamaki al violoncello.

Un altro punto forte di questa edizione è la sezione dedicata alla Chaplin-mania “The Chaplin Connection: Sei gradi di Charlie”, che si sviluppa in varie giornate del festival. Il programma di domenica 5 ottobre ci porta nel pianeta Chaplin con la visione di materiali straordinari che danno l’idea di cosa abbia rappresentato la comparsa del fenomeno Chaplin nel mondo dello spettacolo e non solo. Già nel 1915 quando Charlie passò dalla Keystone alla Essanay la febbre chapliniana era alta, e ne dà conferma il primo film del programma realizzato nello stesso anno, il 1915, Sammy’s Scandalous Scheme di Gilbert Hamilton, in cui una ragazza infatuata dell’attore vuole lasciare il fidanzato e scrive a entrambi una lettera, a Chaplin per dichiarargli il proprio amore, a Sammy per piantarlo. Le due lettere vengono scambiate e Sammy vestito come Charlot si presenta dalla ragazza comportandosi in modo atroce e guarendola così dalla “chaplinite”. Sammy Burns, ballerino e comico di origine britannica, fu tra i primi imitatori di Chaplin, che continuò a impersonare in un paio di altri cortometraggi. Il programma continua con due cartoni animati, Charlie in Turkey (1919) di Otto Messmer, il creatore di Felix the Cat, e Charlie Chaplin’s Droom. A seguire, direttamente dal Chaplin Office, rari materiali girati in un ampio arco di tempo, dal 1917 al 1966, negli Stati Uniti, in Inghilterra, Svizzera e Italia, inquadrature scartate, film amatoriali e informali compresi. Bisogna ricordare che Chaplin fu vittima del maccartismo e che il suo permesso di rientro negli Stati Uniti dalla natia Inghilterra gli venne revocato proprio quando era in viaggio, nel 1952. Nell’impossibilità di portare tutte le pellicole in suo possesso in Svizzera, dove decise di andare a vivere con la famiglia, scelse i materiali che ora costituiscono parte degli Archivi Chaplin. La rara selezione presentata a Pordenone è un’occasione irripetibile per vedere un Chaplin inedito, a casa e in compagnia di amici, collaboratori e ammiratori. Tra le molte personalità in visita vediamo Max Linder, la star scozzese del music-hall Harry Lauder, il campione di boxe Benny Leonard che mima un incontro con Chaplin, arbitrato dal fratello Sydney. Senz’altro uno dei visitatori più celebri presente in questi filmati è lo statista Winston Churchill sul set di Luci della città il 24 settembre 1929.

La serata di domenica non finisce con Der Müde Tod. Dopo il film di Lang viene presentato un documento eccezionale che ci porta ad amare riflessioni sul voyerismo di guerra. Non è un fenomeno nuovo. Sin dal dicembre 1914 alcune agenzie turistiche proponevano tour organizzati per i campi tra La Marne e l’Aisne “dove solo poche settimane fa la bocca del cannone eruttava morte e distruzione.” Molti erano spinti da motivi personali, come visitare i luoghi dove erano periti alcuni loro cari, ma il filmato che propongono le Giornate, Bennett’s Reisebureau (Ufficio Turistico Bennett), del 1919, ci mostra anche baldi giovanotti che fra le rovine si pavoneggiano davanti alla macchina da presa; inevitabile pensare a certi selfie da Auschwitz. Il Bennett’s Reisebureau fu fondato dall’inglese Thomas Bennett che nel 1848 si trasferì a Kristiania (Oslo) e poco dopo avviò un servizio di trasporti che in breve divenne un’agenzia leader a livello internazionale. Il film del Bennett’s Reisebureau è conservato nella Collezione Hans Berge della Biblioteca Nazionale Norvegese ed è da supporre che fosse stato lo stesso Berge a girarlo.

Il programma online delle Giornate su MyMovies propone per domenica 5 ottobre una doppia programmazione: quattro cortometraggi di Feuillade presentati nell’ambito del Canone rivisitato (inizio alle 17) e due commedie per ragazzi girate in Ucraina, Robinson per conto suo e Le avventure di una moneta da mezzo rublo (ore 21).

Le Giornate del Cinema Muto sono realizzate grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, del Comune di Pordenone, della Camera di Commercio Pordenone-Udine, della Fondazione Friuli e con la partecipazione di BCC Pordenonese e Monsile.