Arte e mostre
Ado Furlan; sabato 4 ottobre ore 11: apre anche l’ultima mostra lui dedicata
Si completa il quadro delle mostre pensate per approfondire la figura e l’attività di Ado Furlan, scultore pordenonese che ha segnato il Novecento friulano, ma ebbe un ruolo significativo anche a livello nazionale, grazie alla sua partecipazione a eventi cruciali per l’arte italiana tra gli Anni ‘30 e ‘40 del secolo scorso.
Sabato 4 ottobre, alle 11, è in programma il vernissage dell’ultima esposizione del programma 1905-2025 Ado Furlan scultore tra Pordenone e Spilimbergo ovvero Una famiglia, una casa, una strada – Casa Furlan, via Mazzini 51 a Pordenone (4 ottobre-15 novembre 2025, orario: da martedì a venerdì 17-19.30, sabato 10-12.30 e 17-19.30) – che completa il trittico pensato dalla Fondazione Ado Furlan a 120 anni dalla nascita dell’artista.
Al taglio del nastro saranno presenti, tra gli altri, Caterina Furlan, figlia dell’artista e presidente della Fondazione a lui intitolata, e gli architetti Andrea Catto, Vittorio Pierini e Paolo Tomasella (presidente dell’Ordine degli architetti pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Pordenone), che presenteranno la mostra, da loro curata. Da segnalare, poi, che il progetto espositivo e l’elaborazione grafica sono dell’architetto Ivo Boscariol, mentre l’allestimento è firmato da Massimo Poldelmengo.
LA MOSTRA. Dopo le nozze, nel 1900 a Sacile, Domenico Furlan, di professione scalpellino, si trasferì a Pordenone, stabilendosi in una grande casa in via Mazzini che, per un certo periodo, ospitò una trattoria con alloggio gestita dalla moglie Caterina Pagotto. D’impianto umbertino, l’edificio costituì per più di mezzo secolo la dimora del figlio Ado e della sua famiglia. Punto di riferimento per letterati e artisti, nonché sede della prima galleria d’arte pordenonese (intitolata Il Camino), fu demolita nel 1967 per lasciar posto alla palazzina Stendhal, tuttora esistente, realizzata su progetto del figlio architetto Gian Luigi, detto Giannino (1935 – 1997).
La rassegna intende ripercorrere la storia della famiglia Furlan, ma anche analizzare le trasformazioni architettonico – urbanistiche che hanno interessato la strada da metà ‘800 fino ai giorni nostri.
IL PROGETTO. Accanto a Una famiglia, una casa, una strada, sarà nuovamente visitabile (sempre a Casa Furlan, negli stessi orari) anche Lo scultore e gli amici del Nord-Est, eccezionalmente riaperta proprio per permettere di approfondire al meglio il contesto culturale che ha accompagnato l’opera di Furlan attraverso dipinti, disegni e stampe di alcuni suoi amici artisti come Eugenio Polesello, Giovanni Giuliani, Giovanni Toffolo detto ‘Anzil’, Antonio Carestiato e Italo Michieli.
Infine, fino al 16 novembre prosegue, nella Città del Mosaico, Le sculture ultime(orario: sabato e domenica 10-13 e 15-19), organizzata in collaborazione con il Comune di Spilimbergo e ospitata negli spazi di Palazzo Tadea, in Castello. Fulcro delle celebrazioni, l’esposizione consente di ammirare, per la prima volta in Friuli, le opere alle quali Furlan stava lavorando prima di morire; all’allestimento si affianca la permanente Percorsi nella scultura italiana.
LO SCULTORE. Nato a Pordenone nel 1905 e formatosi all’Accademia di Venezia, Ado Furlan è stato uno dei protagonisti della scultura friulana del Novecento sia con la produzione di ritratti e bronzetti di figura sia con un’importante attività monumentale. Oltre a varie opere di carattere religioso e funerario, ha eseguito statue, bassorilievi ed elementi decorativi per la Casa del Balilla, per la Casa del Mutilato e per la Casa del Fascio a Pordenone.
La sua sfera d’azione è stata, tuttavia, nazionale, come dimostra la sua partecipazione a eventi cruciali per l’arte italiana a cavallo tra gli Anni ‘30 e ‘40: una sua scultura fu esposta, nel 1933, alla V Triennale di Milano, il momento più innovativo d’incontro tra progettazione architettonica e decorazione artistica di tutto il periodo; una sua testa fu accettata alla II Quadriennale romana del 1935, mostra nella quale l’arte del ventennio fascista fece i conti con il tonalismo pittorico e l’arcaismo scultoreo. Inoltre, un suo ritratto – Il Pescatorello – esposto alla X Mostra del Sindacato Interregionale del Lazio del 1942 fu acquistato dal re Vittorio Emanuele III.
Vincitore della borsa di studio Marangoni, bandita dal Comune di Udine, tra il 1939 e il 1942 soggiornò a Roma, unendosi agli esponenti della seconda Scuola romana. Amico fraterno di Pericle Fazzini, Luigi Montanarini e Angelo Savelli, lavorò nei principali cantieri del regime, realizzando – su commissione di Luigi Moretti – diversi bozzetti e modelli di fontane destinate al Foro Mussolini (fontana del Cinghiale e dei Lupi) e all’E42 (fontana della Fauna e della Flora dell’Impero).
Nel dopoguerra, ritiratosi a Pordenone, continuò una ricerca plastica di dimensione più privata, raggiungendo esiti di sofisticato lirismo. Il suo trasferimento a Spilimbergo coincise con un periodo di rinnovata attività creativa, stimolata dal vivace ambiente culturale locale e dalla mostra antologica dedicatagli dalla Pro Spilimbergo nel 1968. Poco prima della morte, nel 1971, conobbe e ritrasse il poeta Ezra Pound. Si cimentò anche nella medaglistica, partecipando alla Triennale italiana della medaglia d’arte (Udine 1970).
Il suo studio, da poco restaurato, si conserva nell’ala del castello di Spilimbergo oggi sede della Fondazione Ado Furlan. Il vasto ambiente, un tempo ricovero per le carrozze, confina con una delle sale al piano terra dell’adiacente palazzo Tadea, di proprietà dell’amministrazione comunale. Concessi in uso alla Fondazione, ora questi spazi ospitano una mostra permanente di scultura italiana dall’Ottocento ai primi anni Duemila, che include opere dello stesso Furlan.
LA FONDAZIONE. La Fondazione Ado Furlan è stata istituita con lo scopo di promuovere la conoscenza dell’artista pordenonese, ma anche della scultura antica, moderna e contemporanea e delle arti visive in genere. Attiva come associazione dal 1992, è stata riconosciuta come soggetto giuridico dalla Regione nel 2004. Ha organizzato numerose mostre dedicate all’arte antica e alle maggiori espressioni dell’arte contemporanea, italiana e straniera, con particolare riguardo alla scultura.
Nel 2005, ha collaborato con vari enti e istituzioni alle celebrazioni per il centenario della nascita di Ado Furlan. Precedute da un convegno di studio, organizzato nel 2004 dal Dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali dell’Università degli Studi di Udine, le iniziative si sono concretizzate in tre importanti rassegne dedicate all’opera e ai rapporti di Furlan con gli ambienti artistici veneto e romano.
Nel 2008, la Fondazione ha sottoscritto un accordo di collaborazione scientifica con l’Ateneo friulano per la realizzazione di esposizioni, convegni e iniziative editoriali in sintonia con le finalità previste dallo statuto. Dal 2011 usufruisce degli spazi espositivi permanenti a palazzo Tadea, resi disponibili dal Comune di Spilimbergo.
