Pordenone, sabato 20 settembre al Sacro Cuore “Sotto il cielo di Gaza” di don Nandino Capovilla presenta Giuseppe Ragogna

      A Gaza i bambini non giocano più, non costruiscono gli aquiloni simboli di pace e di libertà. Muoiono sotto le bombe degli israeliani. Neanche loro sono risparmiati dagli orrori inimmaginabili inferti al popolo palestinese. Il governo Natanyahu vuole annientare le persone con ogni mezzo: uccidendole, terrorizzandole, cacciandole dai loro territori. Le stragi terroristiche compiute da Hamas il 7 ottobre 2023 non giustificano una reazione genocida “in diretta”. L’odio distrugge anche l’ultimo soffio di umanità.

     Sono ancora poche le testimonianze che cercano di rompere un’indifferenza diffusa. Su questo solco si colloca però il libro scritto da don Nandino Capovilla, parroco di Marghera e rappresentante del movimento cattolico “Pax Christi”, e Betta Tusset molto attiva nel volontariato sociale. “Sotto il cielo di Gaza” è un testo che contiene documentazioni e racconti sui territori occupati dagli israeliani. L’obiettivo è di lasciare tracce scritte per non disgregare il senso comune di dignità. Si tratta di un reportage sui luoghi caldi del conflitto, che affonda le radici in tempi lontani, perché gli eventi di oggi non possono essere ridotti come reazioni ai recenti atti terroristici: “La storia è una bussola che si muove anche attraverso escalation sempre più dure”. Ora stiamo vivendo un’altra fase cruenta, aggravata da bombardamenti senza tregua e da continue indiscrezioni di business plan immobiliari per la costruzione di “riviere moderne” sulle aree insanguinate dalle devastazioni. “Gaza deve essere spazzata via dalla faccia della terra”, stanno promettendo a più riprese gli uomini del governo israeliano.

       Il libro è costruito sulla base di una serie di conversazioni con un funzionario delle Nazioni Unite, ascoltato come testimone dei fatti. Il lavoro parte sempre dalle contraddizioni più stridenti tra i vari articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani e le condizioni vissute sul campo: le abitazioni che non ci sono più, le terre occupate illegalmente, le continue aggressioni a scopo intimidatorio, i soprusi impuniti, gli esodi forzati. I palestinesi non sono più in grado di vivere pacificamente in un luogo chiamato casa. Dalle ricerche approfondite dagli autori, emerge che “l’apparato normativo israeliano discrimina la popolazione palestinese”.  Dopo il 7 ottobre la situazione è diventata impossibile con tutti i residenti trattati al pari dei terroristi di Hamas. Niente cibo né acqua, la fame usata come arma di guerra. L’infanzia negata: ma che colpa hanno tante piccole vittime innocenti?  Merita di ricordare che, in agosto, il cardinale Matteo Zuppi ha voluto dare un nome ai bambini morti da quel maledetto giorno delle stragi: 469 pagine, ore e ore di lettura, 12.211 palestinesi uccisi, 16 israeliani. Una tragedia smisurata.

      “Sotto il cielo di Gaza”, uscito per le edizioni La Meridiana, è un lavoro di precisione. Sono state allegate anche due mappe che rendono visibili i limiti di accesso ai territori. Inoltre, il libro è completato da una serie di preghiere e suppliche rivolte a Dio da Michel Sabbah, patriarca emerito di Gerusalemme: “Signore, noi vogliamo resistere al nostro annientamento e preghiamo, piangiamo, gridiamo a te che ci ascolti”. Di recente, l’attività non-violenta a sostegno della causa palestinese ha provocato alcune azioni repressive ai danni di don Capovilla. A metà agosto stava accompagnando in Terra Santa un gruppo di persone per un viaggio di conoscenza. All’aeroporto di Tel Aviv, il sacerdote è stato fermato, interrogato e rispedito immediatamente in Italia. È stato cacciato per le sue idee da un Paese che molti considerano ancora l’unico baluardo democratico nel cuore del Medio Oriente.

     Il libro invita all’approfondimento. Non ci si può voltare dall’altra parte. Con questo spirito ho accettato di coordinare l’incontro con don Nandino Capovilla. L’appuntamento è fissato per sabato 20 settembre, alle 20.30, all’oratorio Sacro Cuore di Pordenone.

                                                                                                                    Giuseppe Ragogna