Passariano, Villa Manin: Roberto Cappucci e il pordenonese Bellet

Fino al 17 settembre si può ammirare la mostra “Roberto Capucci. Prospettive a Villa Manin”; e nella barchessa di Ponente la mostra “E così via/And so on” dell’artista di origini pordenonesi Luciano Bellet 

 

A Villa Manin di Passariano sono due le mostre aperte dimora dogale, che finalmente, dopo anni di chiusura per lavori e altri problemi, sembra ora ritornare a essere catalizzatrice di attenzione da parte del pubblico.

Fino al 17 settembre si può ammirare la mostra “Roberto Capucci. Prospettive a Villa Manin”, a cura della Fondazione Capucci (che ha sede proprio nella villa di Passariano) e di Erpac Fvg.

Le creazioni di Cappucci entrano in dialogo con l’architettura della villa. Gli abiti scelti per l’esposizione, realizzati a partire dagli anni Ottanta, sono tra le più fastose invenzioni da cerimonia e da sera del maestro. A essi si aggiunge una selezione di vere e proprie sculture in forma d’abito. In particolare, sono in mostra i vestiti ideati per il centenario della Biennale di Venezia e per il Museo Capucci già ospitato a Villa Bardini di Firenze. Tra gli abiti da sposa si ammirano quello ispirato all’affresco di Tiepolo “La Continenza di Scipione” a Villa Cordellina di Montecchio Maggiore e ancora la “Sposa Rossa” creata per la mostra di Palazzo Fortuny (2009). In mostra anche “Fuoco”, “Ventagli” e “Primavera”, quest’ultimo caratterizzato dagli oltre cento fiori di tessuto applicati su organza di seta, nello stesso stile del celebre abito viola creato per l’attrice Valentina Cortese e una delle più esplicite manifestazioni della perizia artigianale che contraddistingue queste opere.Completano la mostra una selezione di disegni e schizzi che consentono di approfondire l’immaginario e il processo creativo di Cappucci.

Info: www.villamanin.it, 0432 821210; da martedì a domenica 10-19).

Nella Barchessa di Ponente e fino al 17 settembre è allestita, invece, la mostra “E così via/And so on” dell’artista di origini pordenonesi Luciano Bellet (orari: venerdì 15-19, sabato e domenica 10-19).

Il percorso espositivo, a cura di Paolo Toffolutti, si compone di cinquantasei opere, da cui emergono l’eccezionale competenza tecnica e l’intelligenza manuale di Bellet e il suo carattere di uomo di azione che ama confrontarsi con la tela e con la pittura quasi come in una performance fisica.

Le creazioni di Bellet sono frutto di abilità e di un dinamismo che si ispira all’action painting ed è in grado di rinnovarlo. In mostra sono presenti opere realizzate con la tecnica, inventata dallo stesso Bellet, del “dripping per sottrazione”: dipinti tridimensionali, arabeschi di vernice applicati a tele dopo essere stati lasciati essiccare su altre superfici.

Altre sono realizzate con lana da coibentazione modellata o fusa, per dare vita a quelli che l’artista definisce “accumuli”. Anche in questo caso l’intelligenza creativa di Bellet mette a frutto materiali inconsueti per generare forme nuove, per movimentare le superfici, per creare effetti di trasparenza.

Nico Nanni