Il capitano Franco Baresi è “Libero di sognare”

"Non giocavamo per battere un avversario..." racconta Franco Baresi, storico capitano del Milan che sabato alle 154 nello spazio PalaPaff presenterà il suo libro, intervistato da Antonio Bacci nell'ambito di Pordenonelegge

Sabato 17 settembre alle 15 al PalaPaff scende in campo Franco Baresi. Presentato da Antonio Bacci, lo storico capitano del Milan e a lungo difensore della nazionale presenterà il suo libro autobiografico “Libero di sognare”. Un appuntamento promosso con il patrocinio del Panathlon Club Pordenone.

Con un tono semplice e familiare, Baresi si racconta a partire dalle piccole difficoltà vissute in gioventù, alcune ristrettezze proprie di un ambiente contadino nella campagna bresciana. Taciturno e introverso, trova nel calcio il mezzo per esprimersi ed essere felice. “Non giocavamo – si legge – per battere un avversario, per sentirci migliori o più forti. In quel tempo che non bastava mai, eravamo liberi: senza costrizioni, senza preoccupazioni, senza timori”.

Due le costanti che attraversano i ricordi di Baresi. La ricerca di un luogo sicuro che prima è rappresentato dal casale dov’è cresciuto, poi la squadra dell’oratorio di Travagliato e quindi Milanello e il Milan, l’unico club professionistico per il quale è sceso in campo. Serve un luogo sicuro per ripararsi dal dolore che Baresi conosce e prova fin da giovanissimo quando rimane orfano prima della madre e poi anche del padre. Baresi trasforma questa perdita enorme in un’ulteriore fonte di determinazione.

L’altra costante della sua vita è naturalmente il calcio. Nel libro Baresi ripercorre le tappe di una carriera immensa, arricchita da tanti e prestigiosi trofei. Campione del mondo nel 1982 con la nazionale senza però mai scendere in campo, diventa il simbolo del Milan di Sacchi e Capello. Reinterpreta il modo di intendere il ruolo del difensore centrale fino a diventarne un’icona indiscussa. Il libero per eccellenza, quello che più di altri ha diritto ad indossare la maglia numero 6 è Franco Baresi. Una sentenza, a cui tutti si adeguano. Fino al punto che nessuno nel Milan, dopo il suo ritiro, avrà più l’onore di vestire la maglia rossonera col numero 6 sulla schiena.