Basile e “Lo Cunto de li Cunti”

"La festa della parola" è il libro di Antonella Silvestrini che l'autrice presenterà con Claudia Furlanetto a Pordenonelegge giovedì alle 21 al Ridotto del Teatro Verdi 

Le cinque fiabe tratte da Lo Cunto de li cunti dello scrittore, letterato e scrittore napoletano seicentesco Giovan Battista Basile, diventano il pretesto per leggere l’imprevedibilità della vita. È quanto fa Antonella Silvestrini, intellettuale e psicanalista pordenonese, presidente dell’associazione “la cifra”, nel libro La festa della parola (pubblicato dalla casa editrice ETS, nella collana “Libertà di psicanalisi”) che l’autrice presenterà in occasione del festival Pordenonelegge in una conversazione con Claudia Furlanetto giovedì 15 settembre alle 21 al Ridotto del Teatro Verdi.

Noto come Pentamerone, Lo cunto de li cunti è il capolavoro postumo di Giovan Battista Basile (1566-1632), scritto in una lingua strabordante, ricca di giochi e d’invenzioni, che celebra la vita nella sua anomalia, nei suoi paradossi, nelle sue contraddizioni e nelle sue pieghe inedite.

L’autrice percorre il testo delle fiabe restituendone il valore e la modernità. La ricchezza della lingua nei racconti di Basile diviene l’occasione per riflettere sulla vita e le sue sfumature attraverso la lettura delle immagini, degli stereotipi e della parodia. Grazie all’analisi linguistica, nei “cunti” Antonella Silvestrini mette in rilievo le trovate e le invenzioni che rendono leggero e sorprendente il viaggio e sfatano i bozzetti sempre attuali dell’invidia sociale, della famiglia obbligante, del timore della vecchiaia, della paura della fine del tempo e della credenza nel destino.

“Constatare che l’itinerario è costituito di acquisizioni e non di tappe – scrive l’autrice – solleva dal collocarsi in un viaggio ideale e dall’immaginarsi sempre in anticipo o in ritardo rispetto alla meta ideale o alle aspettative sociali, insoddisfatti e rammaricati, con la testa rivolta all’indietro”.