Il campione paralimpico Antonio Fantin presenta il suo libro

"Punto. A capo" è il libro di Antonio Fantin, pluricampione di nuoto e medaglia d'oro alle ultime Paralimpiadi, che l'autore presenta giovedì 15 settembre alle 11.30 al PalaPaff

Punto. A capo è il titolo del libro che Antonio Fantin, bibionese classe 2001, pluricampione di nuoto, medaglia d’oro alle ultime paralimpiadi, presenterà giovedì 15 settembre alle ore 11.30 al Pala Paff.L’idea di scrivere il libro (pubblicato da Piemme) gli è venuta subito dopo aver vinto la medaglia d’oro alle Paralimpiadi di Tokyo lo scorso anno. L’oro olimpico era l’ultimo trofeo che ancora mancava nella sua ricchissima bacheca. Una volta vinto ha sentito di aver completato la missione, da qui l’esigenza di fermarsi, quasi di colpo, ha sentito come l’esigenza di fermarsi per guardarsi alle spalle e rileggere quanto gli era fin qui capitato nella vita.“Ho sentito il desiderio di raccontarla – spiega Fantin -. Magari qualcuno che stava attraversando un momento di difficoltà si sarebbe potuto immedesimare in quello che ho fatto io e poteva ricevere la spinta necessaria”.Ma guardando indietro cosa ha visto Antonio? Ha apprezzato tante cose che fin lì aveva dato per scontato. Ha rivisto tutto il lavoro fatto per raggiungere i traguardi che si prefiggeva. “Puntavo a risultati sportivi – spiega -, ma quello che cercavo davvero era riuscire a vivere la normalità”.E che cos’è per Antonio la normalità? “Guardare alla vita senza filtri, che nel mio caso sono sia la disabilità che lo sport. Normalità è vivere con amici che guardano a te per chi sei davvero: semplicemente Antonio. Non quello che sta sulla carrozzina, ma neanche il campione sportivo”.Antonio riflette sullo sport paralimpico. “Fino a qualche tempo fa – è il suo commento lucido e pragmatico – le Paralimpiadi erano semplicemente le olimpiadi dei disabili, oggi invece c’è un’attesa particolare. Si apprezza la performance andando oltre il buonismo. Prima si lodava l’impegno, ora c’è interesse per il risultato. L’atleta paralimpico che sbaglia delude e viene criticato. E’ giusto e bello che sia così. E’ normale”.