Chiesa
Suor Marie Xavier (padovana) e la bomba di Hiroshima: la donna che trasformò l’inferno in terra in opere di carità

Si salvò, giovane monaca, sotto la bomba atomica e visse altri cinquant’anni facendo opere di bene. A fianco degli esiti sanitari delle radiazioni, vide la ricostruzione morale e civile della città di Hiroshima, continuando a svolgere la sua missione con amore e altruismo, dopo aver vissuto quell’inferno piovuto sulla terra. È Eleonora Saccardo Rasi, religiosa padovana – la “suora dalla voce gentile”, come definita dai contemporanei – che, sopravvissuta all’atomica, morirà nel 1994 dando un volto alla pace che supera la tragedia della guerra.

Eleonora nasce nel 1905 e divenuta monaca nell’Ordine Francescano di “Maria Ausiliatrice delle anime del Purgatorio”, viene mandata in missione in Giappone presso il convento di Maria Ausiliatrice, sede religiosa fondata nel 1935. Non poteva sapere che la bomba atomica sarebbe stata sganciata a tre chilometri dal convento dove lei svolgeva la sua quotidiana opera di religiosa: era il 6 agosto 1945. Nel raggio di 2,5 chilometri la vita, in ogni sua forma, venne istantaneamente annientata. Poco oltre uno scenario di disumana distruzione: ovunque feriti e moribondi in condizioni inimmaginabili.

Suor Marie Xavier, miracolosamente, si salvò. Ecco uno stralcio della lettera scritta da lei nell’autunno 1945 alla Madre Superiora: “Il 6 agosto fu il giorno del grande sacrificio. Alle 8.05 il cielo è diventato verde, blu come quando si fanno le fotografie al magnesio e contemporaneamente tutti i tetti, le finestre e le porte sono volati via da tutte le parti; il cielo, che prima era di un azzurro magnifico senza una sola nuvola, è diventato nero… faceva così caldo che il piccolo stagno davanti alla statua della Beata Vergine si è seccato in un colpo solo… istintivamente e certamente per ispirazione del Buon Dio, siamo rientrate tutte in casa, che si stava sbriciolando da tutte le parti, umanamente parlando. Era una follia perché le polveri ci cadevano in testa, ma questo ci ha salvato dalle orribili ustioni prodotte da quell’unica bomba, perché è stata una sola bomba a distruggere l’intera Hiroshima; dei 440.000 abitanti, il censimento di due mesi fa ne ha contati solo 130.000. Questo vi dice chiaramente di quale protezione siamo state oggetto”. Il dopo-Enola Gay vede suor Marie Xavier, incredibilmente illesa insieme ad alcune consorelle, dedicarsi ai moribondi, ai feriti, alle famiglie, al tessuto sociale totalmente distrutto. Confermerà la sua scelta di continuare a rimanere in Giappone di fianco ai “suoi bambini”. E per non dimenticare quell’immane tragedia, il Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6 Euganea, diretto dal dr. Luca Sbrogiò, in sinergia con il Comune di Padova, ha voluto dare evidenza alla figura e all’opera a suo modo straordinaria, di questa religiosa, richiamandosi ai dettati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che indica nella pace il pre-requisito della salute: la pace, un tetto, il cibo, un lavoro e l’istruzione sono alla base di una società che promuove la salute e il ben-essere.