Cultura e Spettacoli
Pordenone: al Verdi arrivano Le Zittelle
«Le due zittelle», scritto nel 1943 è senz’altro una delle punte più alte dell'opera di Tommaso Landolfi. Interprete: Maria Paiato
È una delle più amate e celerate attrici teatrali italiane, indiscussa protagonista delle scene, ma nota anche a chi frequenta il grande e piccolo schermo, la protagonista, sabato 3 ottobre alle20.30 del secondo appuntamento al Teatro Verdi di Pordenone con la programmazione che si estende fino al prossimo dicembre. Maria Paiato, attrice-icona, tra gli altri, di Luca Ronconi, con cui ha lavorato moltissimo nell’ultima parte della vita del regista, tra le più raffinate e sensibili interpreti del palcoscenico, torna al Verdi diretta da Giulio Costa per dare corpo e voce al un racconto ironico e tagliente di Tommaso Landolfi, uno degli autori più raffinati del Novecento italiano, “Le due zittelle”. La scrittura di Landolfi ci porta per mano, con ironia e disincanto, tra stanze rese maleodoranti dal senso di chiusura della cultura che le abita. Una cultura fatta di superstizione, bigottismo, fede e ipocrite virtù. Le due, Lilla e Nena, vivono quel che rimane della loro meschina vita in compagnia di una piccola scimmia; ma la quiete, finalmente raggiunta dopo la morte della dispotica madre, bruscamente s’interrompe a causa di fatti strani che nottetempo accadono nella cappella del vicino convento.
«Le due zittelle», scritto nel 1943 è senz’altro una delle punte più alte dell’opera di Tommaso Landolfi. In un appartamento di una provincia di una Italia per metà muffosa e per l’altra metà impegnata nello sforzo di risorgere da una guerra che ancora l’affligge, «due zittelle» vivono quel che rimane della loro vita con la «scimia» Tombo – regalo di un fratello delle due zittelle poi scomparso -, che vive dentro una grande gabbia, e svolge la funzione del «maschio di casa», viziato e irrequieto a causa della cattività. A portere scompiglio nella vita delle due poverine la scoperta di un mistero: a detta delle monache, Tombo, nottetempo, dopo aver aperto la gabbia ed essersi liberato della catenella che lo vincola, si introdurrebbe nella cappella del monastero, facendo scempio delle ostie consacrate e, insomma, commettendo atti sacrileghi. La storia raccontata viene interrotta da continue digressioni, pause, con interstizi retorici in cui la narratrice scava la superficie del racconto, dialogando con il pubblico, alla scoperta di una cultura fatta di superstizione, bigottismo, fede e ipocrite virtù.
Il teatro informa il pubblico che si è aperta una nuova disponibilità di posti per questo spettacolo e per gli altri in programma fino al 15 ottobre a seguito della nuova ordinanza regionale.
Biglietteria aperta dal lunedì al venerdì: 16.00 – 19.00 e il sabato dalle 10,00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00 (tel 0434 247624)