Pordenonelegge, sabato 27 giugno ore 10: Carnero racconta Pasolini

Sabato 27 alle ore 10 sui canali social di Pordenonelegge si parla degli anni friulani di Pier Paolo Pasolini (da Casarsa a San Vito), raccontato da Roberto Carnero

Nel segno di Pier Paolo Pasolini e dei luoghi che hanno scandito in Friuli i suoi anni giovanili si conclude, sabato 27 giugno, dalle 10 sui siti e canali social di pordenonelegge e PromoTurismoFVG, il progetto di viaggi digitali d’autore “Friuli Venezia Giulia terra di scrittori. Alla scoperta dei luoghi che li hanno ispirati”, promosso da Fondazione Pordenonelegge con la Regione e PromoTurismoFVG. L’occasione per ritrovare paesaggi, luoghi e suggestioni che hanno ispirato il poeta e scrittore di Casarsa, voce fra le più intense e lucide dello scorso secolo. «Pasolini – spiega il critico letterario Roberto Carnero, studioso di Pasolini e “guida” di questo viaggio virtuale – nacque a Bologna nel 1922 in modo un po’ casuale, semplicemente perché suo padre, ufficiale dell’esercito era di stanza in città in quel momento. Il vero luogo dell’anima di Pasolini, il suo punto di riferimento emotivo e letterario, è senz’altro il Friuli luogo natìo, la terra della madre, Susanna Colussi, originaria di Casarsa della Delizia. Non a caso Pasolini esordì nel 1942 con “Poesie a Casarsa”, una raccolta in lingua friulana».  Ecco che un episodio della vita del giovane Pasolini, lo sfollamento successivo all’armistizio dell’8 settembre ’43, permette di esplorare la Casarsa più “primitiva” e contadina: Pasolini e la madre si rifugiarono in una frazione del paese, Versuta, che Pasolini ridenominò  Viluta negli scritti “Atti impuri”. E qui, in un vecchio casello adagiato nella “terra di temporali e di primule”, aprì una scuola popolare per i figli dei contadini privati delle lezioni a causa della guerra. Esiste ancora il rudere che lo testimonia, nel mezzo di un campo. Da Versuta ci spostiamo lungo il fiume Tagliamento: «per Pasolini un riferimento importante – racconta ancora Carnero – perchè fu il luogo dell’avventura e della scoperta, il poeta lo descrive ancora negli autobiografici “Atti impuri”, “Amado mio”, “Il sogno di una cosa”. Così come descrive i piccoli paesi dove si svolgevano feste popolari, sagre e balli». E arriviamo alla vicina S. Vito al Tagliamento, la cittadina che per Pasolini rappresentò «la scoperta del popolo: la possibilità di entrare in comunicazione con una classe sociale diversa dalla propria, ovvero dalla borghesia: e quindi di coltivare il contatto con la gente».  Info www.pordenonelegge.it