Ricordando Aldo

Al museo Ricchieri di Pordenone sono esposte 76 sue foto, in bianco e nero, quasi tutte inedite. L'uomo, il professionista, l'arte discreta ma efficace del suo andare fotografando l'amata Pordenone.

Pronunciare il nome di Aldo Missinato a Pordenone e nella Destra Tagliamento fa immediatamente pensare a un uomo che ha raccontato con la sua macchina fotografica la cronaca di queste terre dagli anni Sessanta a quel 2009 quando Aldo ha cessato di vivere. Lo affiancava già da alcuni anni il figlio più piccolo Michele, che era subentrato a Massimiliano, morto improvvisamente. Ma fotografi erano stati anche gli altri due figli maschi di Aldo, Maurilio e Marcello. Fotografo è stato anche il fratello gemello di Aldo, Giuseppe (Bepi) che ha lavorato soprattutto a Sacile.Ad Aldo, grande lavoratore – per cui lavorare era seguire una passione unita al senso del dovere che aveva nei confronti delle testate per cui faceva le sue foto, per le tante istituzioni e associazioni, le famiglie che a lui si affidavano quando non era così semplice fissare un’immagine, come invece accade oggi, muniti come siamo tutti di uno smartphone -, è dedicata una mostra nelle tre sale al piano terra di palazzo Ricchieri, sede del Museo civico d’arte di Pordenone. “Aldo Missinato fotografo – fra cronaca e storia locale”.  La mostra, che viene inaugurata venerdì 22 febbraio alle ore 18, è promossa dall’Associazione culturale Il Circolo, con il patrocinio del Comune di Pordenone, sostenuta da Unione Artigiani Pordenone – Confartigianato Imprese.

Il vastissimo archivio di Missinato è stato acquistato dall’Unione Artigiani Pordenone e proprio attingendo a quell’archivio Guido Cecere, maestro della fotografia, curatore della mostra, e Maria Luisa Gaspardo Agosti collaboratrice per la parte storica, hanno cercato tra le migliaia di negativi quelli che meglio avrebbero potuto testimoniare un’epoca. Perché per allestire la mostra è stato necessario stabilire uno spazio temporale, diversamente sarebbe stato impossibile operare sulla totalità di scatti di Aldo, anche per questioni di spazi espositivi.Saranno gli anni sessanta e settanta quelli che permetteranno ai visitatori di riandare indietro nel tempo, di scoprire o riscoprire  una Pordenone in espansione industriale. Un tuffo rigorosamente in bianco e nero. Non mancheranno le sorprese per immagini che sorprenderanno, se confrontate con la città attuale, con i luoghi, i modi dello svago, di lavorare, vestire. Le foto sono quasi tutte inedite, pubblicate alcune solo nella stampa del tempo. Non è stato possibile tralasciare le foto “icona” di Aldo, quella del carro armato e quella della prima targa della neonata provincia di Pordenone.In questa sede vogliamo ricordare che Aldo Missinato è stato anche fotografo de Il Popolo dal 1965. Lo ricorda Tomaso Boer nel depliant di presentazione della mostra, con Pietro Angelillo e Giuseppe Ragogna, giornalisti delle altre testate per cui Aldo ha lavorato, Il Gazzettino, Il Messaggero. Uomo semplice e costantemente disponibile Aldo Missinato, la sua cronaca, narrata con le immagini, oggi si è fatta storia. Auguriamo a tutti i visitatori di poter godere dei suoi scatti.INFo: Orari della mostra, che resterà aperta fino al 31 marzo: da mercoledì a domenica 15/19.

m.l.g.a.