Andrea Spinelli: concesso il bis per troppa gente

Doppio incontro: uno alle 12 e uno alle 13. E' stato necessario per soddisfare i tanti, tantissimi che hanno fatto la fila per ascoltare la storia di Andrea Spinelli: se cammino, vivo. Tumore non operabile e 10 mila chilometri sui piedi

Ogni volta che lo ascolti è una botta che arriva allo stomaco: l’immagine è quelle di un marciatore, fisico asciuttissimo, pelle abbronzata, zaino e bastone. Le parole scorrono su due binari: uno dice cancro, tumore non operabile, chemio. L’altro dice: cammino di Santiago, cammino delle pievi, cammino Roma -Assisi. Lui li percorre entrambi, giocoforza, in barba al male e “non per eroismo” ha ripetuto più volte in dialogo con Giuseppe Ragogna, davanti a un primo e poi un secondo turno di uditori (caso unico in tuto il festival ma i desiderosi di incontrarlo erano tantissimi). “Se cammino, vivo” è il titolo del libro che ha scritto per Ediciclo, ma è anche lo spirito che lo spinge ad andare sempre avanti, sempre camminando. Fino a sprofondare nella solitudine, quasi sempre da solo. Ripete il suo appello: sta cercando la sconosciuta signora che quasi cinque anni fa in chirurgia gli diede un angelo di cristallo dicendogli: “per Natale sei a casa”. Un angelo che conserva sperando di ringraziare ci glielo ha donato. Tutti hanno ascoltato rapiti: bisognosi della sua storia e del suo coraggio.