Vito d’Asio, il vessillo friulano torna azzurro

Torna l'aquila friulana su sfondo azzurro, la bandiera di Pace a simboleggiare una nuova fase dopo l'emergenza

Cambio del vessillo a Somp Ciuc di Anduins, nel Comune di Vito d’Asio, bellissimo picco da cui si gode una vista panoramica sulla pianura: qui, alla fine del Trois dai Asìns (sentiero degli abitanti dell’antica Pieve d’Asio), accanto al mosaico dedicato alla Mari dal Friûl (la madre delle genti friulane) all’inizio dell’emergenza covid-19 è stata issata la bandiera di guerra del Patriarcato del Friuli, con l’aquila in campo rosso, a testimonianza di come le comunità regionali stessero combattendo con orgoglio per la propria salute. Domenica 28 giugno, con l’entrata nella nuova fase della ripresa dopo l’emergenza, con una solenne cerimonia è stata issata la bandiera patriarcale dei tempi di pace, con l’aquila su fondo azzurro. La bandiera, benedetta precedentemente dal parroco di Vito D’Asio Italico Josè Gerometta, è stata innalzata alla presenza di molti rappresentanti dei Comuni friulani, col sindaco di Vito d’Asio Pietro Gerometta che ha accolto i colleghi di Carlino, Meduno, Forgaria nel Friuli, Fanna, Spilimbergo, Vajont, Artegna, Martignacco e Valvasone Arzene. Hanno partecipato all’evento anche i consiglieri regionali Franco Iacop e Massimo Moretuzzo e per il mondo delle Pro Loco il presidente della Pro Loco di Anduins Eugenio Gerometta, il presidente del consorzio Arcometa Christian De Rosa e i consiglieri del Comitato regionale delle Pro Loco Antonio Tesolin e Marco Bendoni. Gradito ospite pure Loris Basso, presidente dell’Ente Friuli nel Mondo. Il sindaco Gerometta ha effettuato il cambio della bandiera insieme al sindaco di Carlino Loris Bazzo, che ha portato anche la sua testimonianza di operatore sanitario attivo nel 118 durante l’emergenza mentre il primo cittadino di Valvasone Arzene Markus Maurmair ha portato i saluti di tutta la Comunità linguistica friulana di cui è presidente. Mirko Bellini, coordinatore del progetto del Troi dai Asìns e della Mari dal Friûl, ha inquadrato la cerimonia nell’ottica più ampia della ripartenza di tutto il comparto sociale ed economico regionale.