Friuli Occidentale
Valvasone Arzene, un bar decide di chiudere a causa del virus
Troppe perdite e troppe incertezze. Flashmob dei negozianti. Maurmair promette aiuti
Il territorio del Friuli occidentale vede il primo locale chiudere le serrande a causa della crisi economica generata dal coronavirus: si tratta del Martin’s bar di San Lorenzo di Valvasone Arzene la cui titolare Barbara Barbui è stata “sorpresa” dallo scoppio dell’emergenza mentre stava effettuando un trasloco nel centro storico del Comune per aprire una nuova attività dopo aver disdetto l’affitto nella località sanlorenzina. Il risultato è che il borgo, in un colpo solo, perde quindi due possibili realtà commerciali. Un dato che entra nel grido d’allarme della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) la quale ha stimato che da qui a giugno, mese in cui il Governo consentirà la riapertura al pubblico per bar, pizzerie e ristoranti, spariranno nella Penisola oltre 50 mila imprese mentre 350 mila persone perderanno il posto di lavoro. Le attività che avranno la forza di riaprire si troveranno comunque a dover fare i conti con un calo del fatturato viste le regole per il distanziamento sanitario, le quali comporteranno meno clienti e fatturati che nei casi limite potrebbero ridursi anche del 70%. Preoccupazioni che hanno spinto gli esercenti di Valvasone Arzene, insieme agli altri commercianti, a un flash mob di protesta (rispettando il distanziamento sociale) davanti al castello, portando una sedie del proprio locale in piazza come simbolo della situazione che stanno subendo. L’amministrazione comunale ha supportato il gesto illuminando il maniero in segno di solidarietà anche per il bar chiuso a San Lorenzo. In fase di stanziamento fondi comunali per gestire la crisi. “Taglieremo Tosap e Tari – ha spiegato il sindaco Maurmair, presente alla manifestazione – e il fondo anticrisi del Comune che andremo a istituire per i commercianti avrà almeno 30 mila euro a disposizione. Ovviamente ci saranno dei sacrifici da fare con rinunce ad alcune spese oramai consolidate ma l’obiettivo di salvaguardia del tessuto economico locale è prioritario”. Sono 45 le attività commerciali interessate a livello comunale, in vari settori: per loro il periodo è davvero incerto. (d.f.)