Concordia. la veglia per i 18 missionari martiri del 2022 con la testimonianza di don Lorenzo Barro

Diciotto sono stati i martiri missionari nel 2022 ricordati durante la Veglia di preghiera di venerdì 24 marzo in Cattedrale a Concordia, presente il vescovo Giuseppe Pellegrini e don Lorenzo Barro, sacerdote "fidei donum" della nostra diocesi a Chipene (Mozambico), dove nella notte tra il 6 e il 7 settembre scorsi ha vissuto un terribile attentato.

Diciotto sono stati i martiri missionari nel 2022 ricordati durante la Veglia di preghiera di venerdì 24 marzo in Cattedrale a Concordia, presente il vescovo Giuseppe Pellegrini e don Lorenzo Barro, sacerdote “fidei donum” della nostra diocesi a Chipene (Mozambico), dove nella notte tra il 6 e il 7 settembre scorsi ha vissuto un terribile attentato.Tutti i 18 martiri missionari sono stati ricordati, uno ad uno, suddivisi per continente, e per ogni continente il Vescovo ha posto un seme accanto al planisfero (tra di essi anche suor Maria De Coppi, della stessa missione di Chipene). Da quel seme, che simboleggia la vita donata dai missionari germoglieranno nuova vita, nuovi cristiani. Il sangue dei martiri non andrà perduto.La Veglia è iniziata con la proiezione di un video sulla distruzione a Chipene e in sottofondo le ultime parole di suor Maria De Coppi, missionaria comboniana morta nell’agguato, parole tratte dal messaggio vocale con la nipote suor Gabriella Bottani: “Qui tutto è triste, molto triste, molta gente rimane a dormire fuori nella foresta. Che il Signore ci protegga, anche questa notte”. Sarebbe stata l’ultima notte, poi un proiettile alla testa avrebbe posto fine alla “Sua” vita.”Suor Maria mai avrebbe voluto morire così, ma morire lì sì. Conosceva tutti, quella era la sua terra, la sua gente, persone con cui mettersi sotto un albero e parlare, facendole sentire persone amate dal Signore” – parole di don Lorenzo Barro pronunciate durante la sua profonda riflessione, focalizzata su chi è il Missionario per concludersi con una riflessione sul mondo attuale, nel quale tutti abbiamo una grossa responsabilità, e la testimonianza dei martiri offre strumenti forti per fare discernimento. Diversamente le cose non andranno bene.Ritorniamo a chi sono i Missionari con le parole di don Lorenzo. I Missionari amano la vita, non cercano il martirio, l’imprudenza, piuttosto moriranno con quelli che hanno accanto. Dopo l’assalto alla missione don Barro sente il bisogno di perdonare, necessario anche se doloroso. Si è posto tante domande alle quali ha risposto con la consapevolezza che la vita dei Missionari è nelle mani di Dio, Il Buon Pastore che dà la vita per le pecore, mentre il mercenario scappa.”Si parte per fare del bene agli altri. Si parte con il cuore carico d’amore, se l’amore non c’è meglio lasciar stare. La nostra ricchezza è solo Gesù, da cui siamo amati, accolti, riconciliati. Dobbiamo contagiare del suo amore, entrare delicatamente in un mondo totalmente altro, per innamorarsi dell’altro. A Messa a Chipene una domenica non riuscivo a cantare per un nodo alla gola generato dalla commozione di fronte a tutta quella gente venuta a pregare e cantare. Il Missionario sa che può andare incontro a malattie, incidenti, sarebbe stolto se non lo sapesse, ma deve accettare che sia il Signore a guidare i suoi passi. Il Missionario parte con fiducia, sa che il Signore ha già preparato l’ambiente, la strada. Riceverà la forza dallo Spirito Santo. Missione è morire a se stessi, per incontrare altri fratelli con cui condividere il grande tesoro che hai nel cuore. Non mi interessa sia condannato chi ha distrutto la missione, ucciso suor Maria. A Gesù interessava la conversione, il suo sangue servirà. La nostra Fede è un tesoro da condividere”. Sull’altare la fotografia del Vescovo Luigi Padovese ucciso nel 2010 ad Alessandretta. Alla Veglia sono stati presenti anche i seminaristi che hanno sostenuto il canto.M.L.G.A