Ulss4, emodialisi a domicilio: «Grazie per l’opportunità»

Parla il signor A.B., il primo portogruarese che ha iniziato il trattamento a casa in autonomia

Il signor A.B. convive con una grave patologia ai reni che lo costringe a sottoporsi ad emodialisi. E’ uno dei 90 pazienti attualmente dializzati nell’Ulss 4.

Il signor A.B. aveva poco più di 30 anni quando insorse la malattia, fu subito messo in lista per il trapianto, per il quale non dovette attendere molto, data la giovane età e le generali condizioni fisiche. Il nuovo organo ha svolto il suo compito per una decina d’anni, da 6 anni è sottoposto alla dialisi in attesa di un nuovo trapianto. Una vita famigliare e lavorativa condizionata da questa menomazione, con 3 figli da crescere e tante limitazioni nel lavoro. Eppure non si è mai perso d’animo, sorretto dalla sposa e dai figli nell’affrontare la sua malattia. Condizione che oggi, primo paziente residente nel portogruarese, è un po’ meno complicata grazie alla possibilità di fare l’emodialisi a domicilio.

Dopo aver completato un periodo di formazione insieme alla moglie, in questi giorni ha iniziato il trattamento in piena autonomia, a casa, utilizzando un’apparecchiatura realizzata in America e appositamente acquisita dall’Azienda Sanitaria per fornire il nuovo servizio.

COME FUNZIONA A differenza del trattamento in ospedale che richiede tre sedute settimanali da 4 ore ciascuna, quello a domicilio ha una durata di circa 2 ore e deve essere effettuato con maggiore frequenza: «Dettaglio che potrebbe essere considerato un ulteriore impegno per il paziente, ma in realtà i vantaggi dell’emodialisi a domicilio sono di gran lunga superiori a questo – spiega il direttore della Nefrologia e Dialisi, il dottor Gianpaolo Amici – . La persona può effettuare il trattamento all’orario più consono al proprio lavoro e in ogni caso in funzione della propria giornata, e nella massima tranquillità di casa, davanti la tv, in famiglia. Evita inoltre di dover recarsi costantemente in ospedale tranne che per la visita di controllo una volta al mese, e questo, in tempi di pandemia e di rischio di contagio, non va trascurato».

PER CHI Il trattamento a domicilio può essere effettuato da persone che rispondono a determinate caratteristiche: buon accesso vascolare, capacità di auto-pungersi o possibilità di usufruire di una persona che possa aiutare nel collegamento e nel distacco dell’apparecchiatura, buona motivazione, disponibilità a seguire un percorso di formazione. Con l’impiego dello staff infermieristico della Dialisi di Portogruaro, il paziente e la coniuge hanno effettuato un mese di training, utilizzando l’apparecchiatura poi recapitata a casa.

«All’inizio sembrava difficile – ci dice il signor A.B. – ora ci siamo abituati e siamo grati all’Ulss per questa possibilità e per tutta l’assistenza che riceviamo, possiamo sempre contare sulla reperibilità del personale dell’emodialisi, di cui è responsabile la dottoressa Maria Vitale».

Una novità che si affianca alla dialisi peritoneale a domicilio. «Non tutti i pazienti possono svolgere la peritoneale, pertanto questa è una valida alternativa di cura rimanendo a casa – osserva la dottoressa Vitale -. Il trattamento viene effettuato con un’apparecchiatura evoluta e di facile utilizzo. Per le sue elevate caratteristiche di sicurezza non necessita del costante monitoraggio di un infermiere, deve solo essere collegata a una presa elettrica in quanto non necessita neppure del collegamento ad una condotta idrica, è insomma una valida alternativa di cura per il dializzato».

L’unità di Dialisi dell’Ulss4 nel 2020 ha erogato circa 15 mila trattamenti di emodialisi ed oltre a questi 30 persone effettuano la dialisi peritoneale a domicilio. Non va trascurato inoltre il fatto che d’estate vengono attivate altre due unità di dialisi a Bibione ed a Jesolo. L’Ulss 4 è l’unica azienda sanitaria pubblica in Italia ad offrire tale servizio dedicato ai turisti.