Veneto Orientale
Portogruarese, persi oltre un quarto delle assunzioni
-3.000 unità, un forte calo attutito nel 2020 dal blocco dei licenziamenti
La situazione occupazionale del Veneto orientale nel 2020 è risultata “piatta” con una riduzione delle assunzioni e una flessione dei contratti di somministrazione. Secondo i dati forniti da Veneto Lavoro, il Portogruarese ha perso oltre un quarto delle assunzioni rispetto al 2019 (- 3.000 unità), un forte calo attutito dal blocco dei licenziamenti. «Le impressioni e i report in possesso confermano una stagnazione del rapporto assunti/licenziati nel corso del 2020 – commenta Siro Martin, presidente di Confartigianato Imprese Veneto Orientale -. In questi mesi di pandemia, il divieto di procedere ai licenziamenti e il relativo utilizzo degli ammortizzatori sociali messi a disposizione dal Governo hanno sostanzialmente bloccato la normale vivacità occupazionale all’interno di quasi tutte le imprese. È mancato quasi del tutto il cambio di dipendenti tra un’azienda e l’altra e i timori della situazione economica internazionale, nazionale e locale, hanno fatto registrare un numero limitato di nuovi ingressi nelle imprese che, anche in condizioni ottimali, stentano ad incrementare la propria forza lavoro».
ARTIGIANATO L’occupazione nel Portogruarese ha registrato un calo complessivo inferiore al 1%. I settori che hanno resistito riguardano le costruzioni e il comparto casa (+4%), la metalmeccanica (+2,40%), l’autotrasporto (+0,85%) e l’alimentare (-0,40%), che ha patito anche a causa della difficile stagione estiva. Le percentuali in negativo, invece, riguardano ancora una volta i settori del legno (-3,33%), dei servizi alla persona (-9%) e delle autoriparazioni (-3,6%). «Tutti questi risultati negativi sono dovuti soprattutto ad una mancata sostituzione del normale turnover aziendale – continua Martin -. Le cessazioni delle imprese sono state relativamente poche, ma con una quasi inesistente nascita di nuove attività artigianali. Complessivamente, la pandemia ha creato difficoltà in quasi tutti i settori artigiani e l’utilizzo degli ammortizzatori sociali ha attutito in maniera importante l’impatto con l’occupazione, anche se i pagamenti delle casse integrazione e di FSBA sono stati particolarmente lenti».
«Nel periodo marzo/maggio, circa l’80% della forza lavoro delle aziende nostre associate ha dovuto utilizzare gli ammortizzatori sociali Covid-19. Ad oggi le imprese interessate da FSBA e Cassa Integrazione Guadagni sono poco più del 11%. Complessivamente i dipendenti sospesi o ad orario ridotto sono il 7,94%, nella maggior parte dei casi con una riduzione dell’orario di lavoro dal 30 al 50%».
Il blocco dei licenziamenti, che terminerà il prossimo 31 marzo, potrebbe creare in generale, all’indomani di questa scadenza, diverse difficoltà dal punto di vista occupazionale. «Pur condividendo la ratio del blocco dei licenziamenti stabilito all’inizio della pandemia – conclude il presidente Siro Martin -, lasciare attualmente le imprese ancora “ingessate” potrebbe rallentare un sano processo di riorganizzazione e ristrutturazione sempre più necessario per affrontare le sfide del mercato».