San Michele al Tagliamento, messa in sicurezza del fiume ancora da risolvere

Il sindaco Codognotto: “Servono opere di contenimento nel medio corso”

Anche se il coronavirus oggi, occupa la scena nazionale con una delle più grandi tragedie che l’Italia abbia avuto dopo i disastri delle due guerre mondiali, i problemi riguardanti la sicurezza delle popolazioni non vengono accantonati, anzi.  Il problema delle piene del fiume Tagliamento e le conseguenti disastrose alluvioni, come già accadute il 2 settembre 1965 e 4 novembre 1966, che hanno portato lutti e rovine nel nostro territorio, rimangono una priorità ancora da risolvere definitivamente. Per dire che la situazione della messa in sicurezza del Tagliamento ancora non ha risposte positive, anche la trasmissione di TV Speciale TG Uno ne ha parlato, rilevando che uno dei più prestigiosi studi di architettura svizzero – tedesco, ha definito il Tagliamento il più bel fiume alpino d’Europa. Per esporre il “problema Tagliamento”, il giornalista RAI, Igor Staglianò ha intervistato il sindaco di San Michele al Tagliamento, Pasqualino Codognotto, mettendo in onda l’intervista nella trasmissione. L’attenzione dell’intervista è stata rivolta al problema delle piene del fiume tra San Michele al Tagliamento e Latisana. Sono stati affrontati i temi della tenuta degli argini e degli sconvolgimenti atmosferici che da anni mettono a rischio esondazioni il territorio sammichelino e latisanese. Codognotto è tornato sul problema già evidenziato in altre occasioni. “E’ stato proceduto al rinforzo degli argini – ha sottolineato – , ora servono opere di contenimento nel medio corso del fiume che “taglino” l’onda di piena in modo da diminuirne la portata”. In tal senso Codognotto ha scritto recentemente al capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli (oggi alle prese con il grande impegno per sconfiggere il coronavirus) e su tale richiesta è d’accordo anche il sindaco di Latisana, Daniele Galizio. “Auspichiamo che questo sia il primo passo per arrivare alla soluzione del problema, che con il maltempo divenuto ormai una costante ogni anno, mette a serio rischio il nostro territorio – ha concluso Codognotto -. Questo fiume venne definito in antichità, non a caso, un “rapax”, (rapace), per la velocità e l’irruenza con cui si avventa sui nostri territori.