Portogruaro: attoniti per la morte di Giuliano, studente Itis Da Vinci

La dirigente scolastica Anna Maria Zago si è immediatamente recata sul luogo della tragedia e nei giorni successivi ha dovuto gestire l’onda di dolore e commozione che ha toccato i compagni di classe, i docenti e tutto il personale ed ha deciso di sospendere gli stage per tutto l’istituto e far rientrare i ragazzi a scuola per, anche con l’aiuto di uno psicologo, "condividere ed elaborare con tutta la comunità scolastica il tragico evento".

La morte di un ragazzo è sempre un evento difficile da accettare, ma quando la vita è interrotta tragicamente sul luogo di lavoro diventa ancora più assurdo. Giuliano aveva 18 anni compiuti da poco e stava facendo un’esperienza di stage. Un’attività lavorativa di formazione prevista dai programmi scolastici e inserita in un percorso di acquisizione di competenze trasversali e di orientamento alle scelte future (il cosiddetto PCTO). Dunque un ulteriore livello di inaccettabilità per un fatto che nel pomeriggio di venerdì 16 settembre ha sconvolto improvvisamente la vita di una famiglia, ha gettato nello dolore la comunità scolastica che Giuliano frequentava, l’ITIS Da Vinci di Portogruaro, e provocato sconcerto in tutto il territorio: da Ceggia, dove la famiglia risiede, all’intero Veneto orientale.La dirigente scolastica Anna Maria Zago si è immediatamente recata sul luogo della tragedia e nei giorni successivi ha dovuto gestire l’onda di dolore e commozione che ha toccato i compagni di classe, i docenti e tutto il personale ed ha deciso di sospendere gli stage per tutto l’istituto e far rientrare i ragazzi a scuola per, anche con l’aiuto di uno psicologo, “condividere ed elaborare con tutta la comunità scolastica il tragico evento”.Il PTCO, nato come “Alternanza Scuola Lavoro”, è una parte qualificante della formazione degli studenti superiori, sin dalla classe terza cominciano a entrare in contatto con il mondo del lavoro attraverso visite ed incontri con le aziende e ore di formazione in classe, a partire proprio da tutto ciò che attiene alla sicurezza sul posto di lavoro, un’attività che si completa in quarta e quinta e si sposta dalle aule e dai laboratori scolastici alle aziende, per alcune settimane, di solito collocate in coda all’anno scolastico precedente o all’inizio del nuovo.Per gli indirizzi professionali e tecnici questa esperienza diventa basilare per preparare i giovani ad entrare nel settore lavorativo con un bagaglio già definito. Inizialmente i percorsi di stage erano riservati solo alla formazione e istruzione Professionale, in seguito sono stati introdotti negli Istituti Tecnici, la legge 107/2015 ha esteso il percorso anche ai Licei. Con successive modifiche il monte ore è stato ridimensionato lasciando facoltà alle scuole di integrarlo.Da parte delle aziende si è rafforzata in questi anni la collaborazione con il mondo della scuola, ritenuto sempre piuttosto disallineato rispetto all’evoluzone lavorativa, sempre più i due mondi si sono avvicinati, ne sono un’espressione le figure dei tutor scolastici e dei tutor aziendali, oltre che dei referenti nei rispettivi ambiti. Questo lo riconoscono i nostri dirigenti scolastici e i responsabili delle categorie produttive che hanno creduto e credono in queste esperienze.La morte sul lavoro di un ragazzo impone di “capire cosa è successo”, la prima dichiarazione della preside Zago; perchè un ragazzo dinamico, motivato, “che avrebbe voluto fare ingegneria e aprirsi una sua attività” come hanno raccontato i genitori, che in quell’azienda aveva lavorato anche nei mesi estivi, sia finito in quel modo. Di chi sia la responsabiltà. Certamente non di Giuliano, portato via troppo presto alla sua mamma, al suo papà, al fratellino e al futuro che aveva davanti.Ada Toffolon