Portogruaro
24 febbraio-24 giugno: 4 mesi di accoglienza profughi ucraini in Veneto Orientale
Le sistemazioni nelle case private. Il lavoro della Roksolana. I permessi di soggiorno a rilento che precludono un lavoro. L'appello al presidente di Regione
Anna e suo figlio Filippo, di pochi mesi, sono arrivati a marzo in comune di Teglio Veneto, si sono sistemati in una casa messa loro a disposizione da un privato, con lei Hinna e sua figlia Maria. Lei continua in qualche modo il suo lavoro da remoto, in attesa di poter rintrare questi due nuclei familiari hanno trovato un’accoglienza che li sta aiutando a superare le difficoltà fisiche e psicologiche conseguenti alla guerra.Un altro nucleo famigliare, una mamma con due figlie – i minori sono il 40 % dei profughi arrivati da noi – accolti da una famiglia di Annone Veneto, dopo quasi tre mesi di permanenza sono rientrati nel loro Paese a fine maggio.Due storie tra le tante, che riflettono il quadro che ci viene rappresentato interpellando le associazioni Noi Migranti e Roksolana di Portogruaro: diversi profughi sono rientrati in Ucraina, specie quelli provenienti dalle aree un po’ più tranquille. Ma la maggior parte sono rimasti qui, come nel caso di Anna, anche perchè a Irpin, da cui sono scappati oltre tre mesi fa, la situazione è tragica.Vivono nei centri di accoglienza, come il centinaio ospitato a Bibione nell’ex CIF, oppure sono ospiti di parenti connazionali (la maggior parte) o in case messe loro a disposizione.Il rilascio dei permessi di soggiorno va a rilento, senza il visto non possono accedere ai benefici previsti dal governo: l’assegno menile di 300 euro ad adulto e 150 a minore, che permetterebbe loro di non gravare sulle famiglie ospitanti, spesso formate da colf o badanti. Il contributo viene erogato dalla Protezione Civile (tramite una piattaforma digitale a cui rivolgere l’istanza) e viene riscosso negli uffici postali. Nel caso in cui rientrino in Ucraina viene a cadere questa possibilità. Il permesso viene rilasciato anche per dare l’opportunità di lavorare, infatti sono diversi i casi di donne ucraine che hanno trovato lavoro nel settore turistico.In questi mesi è stato fondamentale il ruolo svolto dalle associazioni, ad esempio la Caritas di Portogruaro e NoiMigranti hanno provveduto per l’alimentazione dei neonati ospiti del centro di accoglienza di Bibione; nell’organizzare corsi di italiano e attività pomeridiane per i minori presso l’oratorio di S.Agnese; per il supporto burocratico e l’accesso all’assistenza sanitaria. Si è attivata anche la Cassa Colf, che ha messo a disposizione dei fondi per le badanti ucraine che ospitano profughi.
Appello al presidente. Per affiancare la generosità dei privati e integrare l’aiuto statale che è legato comunque a dei passaggi burocratici, il Forum del Terzo Settore Veneto, la Cisl, l’Associazione Migranti del Veneto Orientale e le associazioni ucraine, tra cui Roksolona, hanno scritto in questi giorni una lettera al presidente della Regione Veneto Zaia per proporre di devolvere una parte dei fondi raccolti dalla sottoscrizione attivata dalla Regione stessa alle famiglie che, in Veneto, hanno accolto i profughi. Nella lettera si ricorda che per questi “ospitanti” che si sono fatti carico di costi che hanno subito delle impennate (riscaldamento, energia elettrica, alimentari ecc) non è stato previsto alcun ristoro economico. In premessa viene ricordato che il numero di profughi presenti in Veneto sfiora le 10.000 unità.
Invio di aiuti in Ucraina. Abbiamo chiesto alcuni dati e informazioni sulla situazione alla presidente dell’associazione Roksolana, la signora Alyona, che incontriamo presso l’oratorio di S.Rita a Portogruaro, dove è venuta a portare il saluto ai docenti volontari dei corsi di italiano.Alyona e gli altri volontari da quattro mesi raccolgono aiuti di varia natura da inviare in Ucraina. In questi giorni stanno allestendo, anche con l’aiuto dei volontari del Banco Alimentare di Pordenone, un carico in partenza il 21 giugno per Odessa – Mykolaiv. Lavorano in un magazzino di Concordia, messo loro a disposizione da un privato. “Noi dobbiamo confezionare e suddividere le varie tipologie, anche se dobbiamo dire che quasi tutti ci inviano la merce già predisposta per la spedizione”.Sono beni raccolti direttamente dalla Roksolana, ma per la maggior parte sono il frutto di collette e donazioni che arrivano tramite vari gruppi da ogni parte del territorio diocesano e non solo. Alyona mi fa un elenco, scusandosi in anticipo se ha dimenticato qualcuno: le Caritas delle varie parrocchie di Portogruaro, Fossalta di Portogruaro, Pramaggiore, Gruaro, la San Vincenzo di Pradipozzo, l’Unità Pastorale di Chions, la parrocchia di Roveredo in Piano, la Croce Rossa Portogruaro, Humanitas D.I.U. di Conegliano, Protezione Civile di S.Stino di L. e San Michele al T., Auser di S. Michele e ProLoco di Bibione.Ada Toffolon