Chiesa
Il conclave nella storia: procedure, lacrime e tanta attesa

Ha sempre affascinato tutti, credenti e non, quel comignolo sul tetto della cappella Sistina che emette fumo nero o bianco. Soprattutto da quando nella seconda metà del secolo Ventesimo i mezzi di comunicazione, radio e televisione, hanno permesso di apprendere in forma quasi diretta i risultati delle votazioni dei cardinali riuniti in Conclave per eleggere il nuovo Pontefice. Per l’ottenimento di fumate nere, il fumogeno è costituito da perclorato di potassio, antracene e zolfo; per la fumata bianca, da clorato di potassio, lattosio e colofonia. La stufa attualmente utilizzata per bruciare i documenti è la stessa dal 1939.
La via verso il 267.mo Pontefice passa attraverso il Conclave, istituzione nata per evitare il prolungarsi della Sede vacante. Per l’elezione del Pontefice è necessaria la maggioranza qualificata dei due terzi dei voti. Per alcuni giorni la Cappella Sistina si apre allo sguardo della storia e si chiude agli occhi del mondo. Dal 7 maggio i cardinali elettori sono chiamati ad eleggere il Pontefice. Il Conclave è il settantaseiesimo della storia della Chiesa; il ventiseiesimo che si tiene sotto gli auspici del Giudizio Universale di Michelangelo. Il termine Conclave, che deriva dal latino “cum-clave“, si riferiva ad uno spazio riservato della casa, appunto “chiuso a chiave”. Nel linguaggio della Chiesa viene usato per indicare sia il luogo chiuso dove avviene l’elezione del Pontefice sia l’insieme del Collegio dei cardinali chiamati ad eleggere il nuovo Papa.
Quello del 2025 è il settantaseiesimo Conclave strutturato nella forma che conosciamo oggi, a partire da quanto stabilito da Gregorio X nel 1274. Nel periodo precedente a questa data si parlava semplicemente di elezione del Pontefice. Per i primi 1.200 anni circa della storia della Chiesa il successore di Pietro, in quanto Vescovo di Roma, veniva infatti eletto con il coinvolgimento della comunità locale. Il clero vagliava i candidati proposti dai fedeli e il Papa veniva scelto dai vescovi. Dal IV all’XI secolo, l’elezione era contraddistinta anche dalla questione delle influenze esterne: imperatori romani, carolingi e altri tentarono in vario modo di controllare il processo di designazione del Pontefice. Ancora nel 1903, quando si trattò di eleggere il successore di Leone XIII, l’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe pronunciò il suo veto contro il cardinale Mariano Rampolla del Tindaro. Il collegio cardinalizio respinse il veto ed elesse comunque un diverso candidato, il patriarca di Venezia Giuseppe Sarto, che divenne Pio X: fu proprio papa Sarto a stabilire che i futuri elettori non avrebbero dovuto accettare mai più alcun “veto” con la costituzione apostolica “Commissum Nobis”. I controlli venivano anche dalle varie famiglie nobili romane, in un periodo definito oscuro nella storia della Chiesa, che causò l’elezione di prelati di basso profilo etico.
Lungo i secoli si sono susseguite modifiche che hanno disegnato poi il tessuto del Conclave fino a quello attuale. Nel 1268 si svolse il “Conclave” più lungo della storia. Il Papa venne eletto dopo due anni e nove mesi. Furono momenti travagliati. In quel lungo tempo la popolazione di Viterbo, esasperata, decise di chiudere i cardinali nel Palazzo. Vennero murate le porte, rimosso il tetto. Venne infine eletto Gregorio X, arcidiacono di Liegi che in quel momento si trovava in Terra Santa. Nel 1274 promulgò la Costituzione “Ubi periculum” con cui si istituì ufficialmente il Conclave. Si stabilì tra l’altro che dovesse tenersi in un luogo, appunto, “chiuso a chiave” dall’interno e dall’esterno. In base a queste disposizioni, il primo Conclave della storia, successivo alla promulgazione della costituzione “Ubi periculum” fu quello di Arezzo nel 1276 con l’elezione di Innocenzo V. La legislazione oggi in vigore per l’elezione del Pontefice è la “Universi Dominici Gregis”, promulgata da Giovanni Paolo II nel 1996 e modificata da Benedetto XVI nel 2013. Si stabilisce tra l’altro che il Conclave si debba tenere nella Cappella Sistina, definita Via Pulchritudinis, la via della bellezza capace di guidare la mente e il cuore verso l’Eterno.
Riportiamo alcune curiosità già di dominio dei media che si sono spinti in questi giorni però anche ad alcune operazioni piuttosto sgradevoli, come il Toto Papa.
Dal 2005 è prevista la sistemazione degli elettori nella Domus Sanctae Marthae, struttura costruita allo scopo, negli anni 1992-1996, sotto il pontificato di papa Giovanni Paolo II. La necessità di reperire ulteriori alloggi non è però stata del tutto eliminata, segnatamente in occasione del conclave del 2025, allorché le stanze della Domus si sono rivelate insufficienti per gli oltre 130 cardinali aventi diritto al voto: alcuni di essi, pertanto, sono stati ospitati in altri edifici.
Dopo la fumata bianca, l’accettazione del nuovo Pontefice e la scelta del nuovo nome, l’eletto viene condotto nella Stanza delle lacrime, la sacrestia della Cappella Sistina per indossare per la prima volta la talare bianca e i paramenti con i quali si presenterà in pubblico dalla “loggia delle benedizioni” della basilica di San Pietro. Il nome di tale luogo deriva dal fatto che, si presume, in tale stanza il neo-pontefice scoppi in lacrime per l’emozione e per il peso della responsabilità del ruolo che è chiamato a svolgere.
Tradizionalmente nella sacrestia vengono predisposti abiti e paramenti papali di tre diverse misure, così che almeno un completo possa approssimativamente adattarsi alla taglia del nuovo eletto. Famosa in proposito è la vicenda di papa Giovanni XXIII, pontefice piccolo di statura e dal fisico particolarmente robusto: per adattare alla sua persona gli abiti della misura più ampia fu necessario praticare grandi tagli alla stoffa e inserirvi delle spille da balia. Piccola storia di un grande evento per la Chiesa, che avviene tutto all’interno della Cappella Sistina, nella quale auspichiamo e per il quale preghiamo che tutto avvenga su ispirazione dello Spirito Santo, al quale nelle nostre famiglie ci hanno sempre insegnato ad affidarci.
Maria Luisa Gaspardo Agosti