Narratori d’Europa: diventare adulti in mondi difficili

Dal 2 febbraio per quattro giovedì all’Auditorium Lino Zanussi della Casa dello Studente di Pordenone la 15^ edizione della rassegna Narratori d’Europa, quest’anno sotto il titolo Beautiful World, where are You? Dai Boomers alla Generazione Z diventare adulti in mondi difficili

Ispirata dal titolo dell’ultimo romanzo dell’autrice irlandese Sally Rooney, la 15a edizione della rassegna Narratori d’Europa dell’IRSE, è incentrata su transizioni, identità e inquietudini del passaggio dall’adolescenza all’età adulta in diverse epoche storiche, dai Boomers alla Generazione Z. Al centro degli incontri, in programma per giovedì 2, 9, 16, 23 febbraio 2023 alle 15.30 all’Auditorium di Casa dello Studente Zanussi, quattro romanzi europei contemporanei che hanno saputo raccontare come diventare adulti e trovare il proprio spazio nel mondo, sia un percorso ad ostacoli su più livelli, in cui si mettono in gioco non soltanto le più comuni incertezze individuali, ma anche un’identità generazionale collettiva che sempre deve fare i conti con il contesto storico in cui germoglia. Crescere coincide con l’affrontare – oltre alle personali – anche grandi sfide sociali, politiche e umane, che hanno spesso portato i giovani di ogni generazione a domandarsi se esista davvero, al di là, un mondo bello in cui sperare.

Con la presentazione critica di Stefania Savocco, docente di Lettere nei Licei, e le interviste doppie curate da Piero Dal Poz, speaker di Radio Ca’Foscari e ex membro della redazione Messaggero Veneto Scuola Pordenone.

A questo link il programma dettagliato e le modalità di prenotazione PROGRAMMA – Centro Culturale Casa ”A. Zanussi” Pordenone (centroculturapordenone.it)

Le incertezze individuali si incrociano e sovrappongono alla definizione di un’identità generazionale collettiva, che sempre deve fare i conti con il contesto storico e sociale in cui germoglia. Lo spiega bene il primo romanzo sotto i riflettorì di Narratori d’Europa, “Dove sei, mondo bello?” (Einaudi 2022), dell’autrice irlandese Sally Rooney. Giovedì 2 febbraio si partirà, come sempre, con la presentazione critica di Stefania Savocco, integrata da approfondimenti multimediali e letture.  Un romanzo, quello di Sally Rooney, che esplora la natura instabile e precaria dei rapporti di coppia e amicizia, le problematiche legate al lavoro, il tramonto delle ideologie e la crisi climatica, indagando la quotidianità dei Millennials, la loro dipendenza dagli smartphone e il linguaggio che la tecnologia di cui dispongono ha prodotto. Giovedì 9 febbraio si prosegue con una tappa dedicata al romanzo del francese Nicolas Mathieu, “E i figli dopo di loro” (Marsilio 2020): l’adolescenza di Anthony, Stéphanie e Hacine, nell’agosto 1992, diventa una lente con cui guardare a un’Europa di provincia, alle sue illusioni di benessere bruciate nei falò estivi, fra il primo bacio e la noia che si mescola alla rabbia con il desiderio di fuggire. In un’Europa che è anche la nostra. Giovedì 16 febbraio il testimone passerà a “Isola” (Iperborea 2018), della autrice danese Siri Ranva Hjelm Jacobsen. Un romanzo che parte dall’urgenza di riappropriarsi delle sue origini, con un viaggio verso Suðuroy: da dove nonno Fritz, pescatore dell’Artico, era partìto alla ricerca di un destino migliore, e nonna Marita, sognatrice irrequieta, era fuggìta verso la modernità. “Isola” è un racconto sulle ripercussioni intime dell’emigrazione, sul ruolo degli affetti e dei legami di sangue nell’identità di una persona, sul bisogno di radici o almeno di un’Itaca dell’anima, un posto che si possa chiamare casa. Giovedì 23 febbraio quarto e ultimo incontro per Narratori d’Europa 2023: si parlerà di “Libera. Doventare grandi alla fine della storia” (Feltrinelli 2022), il romanzodell’autrice albanese Lea Ypi che ci riporta agli Anni Ottanta, e ad una vita scandita dalle promesse del socialismo di stato dell’Albania: un futuro preordinato, in cui si può crescere al sicuro tra compagni entusiasti. Fino al giorno in cui la stessa autrice si ritrova aggrappata a una statua di pietra di Stalin, appena decapitata dalle proteste degli studenti: il comunismo non è riuscito a realizzare l’utopia. Con una nonna elegante, intellettuale e francofona, un padre che crede nei movimenti sociali del Sessantotto e una madre thatcheriana ultraliberista, Lea cresce attraversando tempi di rivoluzioni e disorientamento, la sua è una storia di liberazione dalle menzogne. La più dolorosa è quella che si svela con il crollo del regime: il progetto di costruzione di una società giusta è degenerato nella dittatura.